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LEGALIZZAZIONE PROSTITUZIONE: UNA URGENZA CHE NON PUO' PIU' ASPETTARE! RIVEDERE LA LEGGE MERLIN AFFINCHE' PROSTITUIRSI SIA UN MESTIERE LEGALE
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Notizia 
18 settembre 2006 0:00
 

Intervento dell'on. Donatella Poretti, deputata della Rosa nel Pugno e segretaria della Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati

Firenze, 18 Settembre 2006.

Tra i punti politici che hanno fatto nascere la Rosa nel Pugno c'e' quello di battersi per la legalizzazione della prostituzione, per cosi' tenere sotto controllo un fenomeno che al momento e' gestito dalla criminalita' con tutte le conseguenze di vero e proprio sfruttamento delle donne, o degli uomini, in particolare quando sono immigrati irregolari.
Il prefetto di Roma, Achille Sera, in una intervista e' tornato sul tema, non nuovo per chi, come lui, ha sempre sostenuto la fine dei vari divieti. Questa volta, oltre a ricordarci l'abituale invasione di prostituzione che e' nelle nostre strade, si e' dichiarato disponibile all'installazione di telecamere per controllare i luoghi piu' frequentati, si' da monitorare e impedire incidenti stradali.
Dall'Aduc, Associazione per i Diritti degli Utenti e consumatori, e' giunto l'ennesimo appello a prendere provvedimenti urgenti nella direzione della legalizzazione della prostituzione, una misura che non puo' piu' aspettare i tempi dei dibattiti.
E' urgente incardinare percio' iniziative parlamentari. Da parte mia riproporro' una proposta di legge di iniziativa popolare a suo tempo elaborata dai Radicali Italiani che si ispira ai principi delle normative piu' avanzate e delle migliori prassi adottate all'estero, nella convinzione che governare i fenomeni sociali sia piu' efficace che proibirli ciecamente, nell'interesse delle persone che si dedicano alla prostituzione o che fruiscono della prostituzione altrui, nonche' della societa' intera.
In alcuni Stati europei, ed in particolare nei Paesi Bassi, anche su pressione delle stesse organizzazioni dei cosiddetti "sex workers" (lavoratori sessuali), si e' deciso di procedere alla legalizzazione della prostituzione ed alla trasformazione di questa attivita' in una normale professione, sotto forma di lavoro dipendente, indipendente o cooperativo, con i diritti e doveri che conseguono, di assicurazione previdenziale e di tassazione compresi. Questa misura ha innanzitutto permesso di separare la prostituzione volontaria da quella coatta: la prima e' "emersa" e ha trovato forme legali di svolgimento, minimizzando i costi che ricadono sulla societa' e sulle persone che svolgono l'attivita'. L'apparato repressivo si e' potuto cosi' concentrare in modo piu' efficace ed efficiente sulla lotta alla prostituzione coatta ed allo sfruttamento, compreso quello dei minori, delle persone minorate o tossicodipendenti.
 
 
 
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