niente di personale, ma la
sua reazione mi porta a dover fare alcune
puntualizzazioni.
In primo luogo, la
"profonda ignoranza" di cui mi si accusa potrei
girarla al mittente se con tale affermazione si vuole
additare la tendenza ad esporre semplicemente il proprio
punto di vista, che è ben altro rispetto
all'"ideologia".
Quale ideologia,
poi, vorrei che me lo spiegasse. Forse che farsi i conti in
tasca sia un'ideologia? O piuttosto le da'
fastidio che i consumatori/clienti/pazienti espongano il
loro punto di vista? Patior in quanto omnia fero?
Per quanto riguarda il prezzo del latte in polvere,
vuole dire che saranno "esose" solo le farmacie di
mia conoscenza (come vede, sono proprio un'ignorante:
ciò che conosco non va' bene....), poiché il
prezzo che vi ho trovato applicato non solo al latte in
polvere, ma anche ad altri prodotti da banco (es. igiene
personale, gomme da masticare, ecc..) risulta comunque
superiore rispetto a quello praticato nei supermercati, a
partità di marca e di quantità.
D'altra
parte, ripeto, non è mia intenzione offendere alcuno a
titolo personale, cosa che invece ha voluto fare lei
tacciandomi di "profonda ignoranza" e di
"fare dell'ideologia" (?!?).
Ad
ogni modo, le mie osservazioni non sono rivolte a lei
(perché se la prenda tanto non lo capisco), ma sono di
portata generale e cioé: perché le farmacie restano
chiuse il sabato? perché le farmacie possono
trasformarsi in supermercati e non viceversa?
Inoltre, considerato quanto lei mi dice sulle case
farmaceutiche, da "ignorante" (lo dico prima così
evito...), chiedo perchè allora i farmacisti, vittime a
loro volta del "sistema", non si schierano con i
cittadini contro il caro-farmaco? A quanto pare, ne
guadagnerebbe sia il farmacista che il cittadino.
Senza offesa alcuna, ma vorrei delle risposte precise!
10 agosto 2006 0:00 - nadia
Per Idea
Consiglio, prima di emettere
affermazioni inadeguate, di informarsi.
La
tabella comparativa che mette in evidenza lo scarto anche
ben oltre del 200% fra il prezzo dei farmaci applicato in
Italia e quello praticato in USA sugli stessi prodotti è
riportata in questo stesso sito (che reputo
attendibile).
D'altra parte, cosa c'è di
ridicolo nel comprare all'estero, anche solo a metà
prezzo, prodotti da banco che qui costano il doppio?
10 agosto 2006 0:00 - nadia
Con mio grande sconforto trovo confermato quel "modus
cogendi" (feudalissimo), tipico delle caste italiche,
che emerge quando si comincia a mettere discussione i loro
privilegi e consistente in:
1) atteggiamento
paternalistico di "chi sa" (detiene cioè la
conoscenza), e quindi discerne sempre il bene dal male,
verso "chi non sa" (ignora) e, quindi, tende
sempre e solo a farsi del male.
Tradotto in
termini correnti, sembra che il cittadino/a medio
italiano che è per definizione "ignorante"
debba essere sempre guidato dal solerte farmacista nella
scelta di un'aspirina poiché rischia (sempre per
"ignoranza", per carità) il sovradosaggio!
(Anzi, più che per definizione, in Italia è proprio
un dogma considerare i cittadini alla stregua di
imbelli/imbecilli che non sanno quello che fanno, alla
faccia di secoli di conquiste sociali....)
2) tendenza al "piagnisteo scaricabarile" (sono le
industrie, è lo stato, ecc...) pur di non assurmersi uno
straccio di responsabilità al punto di (nei casi estremi)
invocare la mala sorte: se le cose vanno male, è
così e basta, e poveretti noi, noi sì che ne siamo
"vittime"!
Tradotto in termini
correnti, sembra che i farmacisti siano le uniche, vere
vittime di un sistema perverso che vede nel ruolo dei
"cattivi" le case farmaceutiche, lo stato, persino
certi partiti politici (gli altri no?!?) tant'è che, se
il farmacista può (Robin Hood docet..), i prezzi lui sì
che li abbassa!!
3) assenza di un reale
contradditorio per pertinace "sordità" in
funzione di un monologare astratto, poiché rispondere
concretamente significherebbe assurmersi almeno qualche
responsabilità (vedi punto precedente).
Ho
chiesto infatti perché le farmacie il sabato restano
chiuse, perché le farmacie sono diventate dei supermercati
e, viceversa, perché i supermercarti non possono vendere
prodotti da banco (a parte la storiella dei maggiori
introiti delle case farmaceutiche).
E'
evidente che nella risposta di Alfredo (aiuto farmacista?),
rivolta a me cittadina media "ignorante", prevalga
ancora una volta la solita modalità/mentalità feudale.
In attesa di risposte sensate e concrete...
Buona giornata a tutti, sia ai cattivi (le case
farmaceutiche in modo particolare) che ai buoni (i
farmacisti che abbassano i prezzi).
9 agosto 2006 0:00 - idea!
Ha letto di quei prodotti che all'estero costano anche
il 200% in meno?
CIOE' SE UNA COSA
COSTA DA NOI 20 EURO LA' COSTA -20 EURO (il 200% in
meno)? CI DANNO 20 EURO PER OGNI CONFEZIONE ACQUISTATA?
WOW MI TRASFERISCO SUBITO NEGLI USA A FARE CARICO DI
FARMACI!!!!
9 agosto 2006 0:00 - aiuto farmacista
è lei che fa le accuse, non vedo perchè io dovrei
dimostrare il contrario di una cosa non dimostrata. non
confrontiamo sistemi diversi, perchè se i farmaci costano
tanto dipende dalle industrie farmaceutiche e non dal
farmacista che ha le mani legate. Ma forse a lei fa più
comodo prendersela con quello che ci mette la faccia.
E tutto questo non c'entra niente con la
liberalizzazione dei farmaci da banco, infatti il latte in
polvere veniva venduto agli stessi prezzi anche al
supermercato. Attenzione a mal collegare una situazione
con cause che non c'entrano nulla.
io non
appartengo a nessuna corporazione, non sono un farmacista.
accuse rispedite al mittente, lei appariente alla
corporazione di chi parla per sentito dire e per partito
preso, nella più profonda ignoranza.
io ai
cittadini ci tengo sempre, forse lei un po' meno perchè
con una battaglia del genere sta dimostrando di non
conoscere nulla dell'argomento e di fare solo battaglie
ideologiche.
"e non volete che i
"veri" supermercati possano fare altrettanto con
prodotti che, pure in farmacia, non richiedono alcuna
prescrizione medica?" ma quando mai io avrei detto
una cosa simile? mi fa dire anche le cose che non ho detto
nè pensato?
9 agosto 2006 0:00 - alfredo
....l'italiano\a medio per il quale i soprusi "
corporativo-fedudali" (..ellamadonna...) ...educato a
sopportare di essere trattato da imbecille e.. ecc..
Già è proprio questo il problema. Il cittadino medio
viene usato ( .. per la sua ignoranza ..nel senso che ignora
) a fare battaglie in mome di una fantomatica libertà che
è tutta da definire. Il vero problema non è la "
liberalizzazione degli otc " ( mica stavano in galera
dio cristo..) che si può anche fare, ma nel fatto che si
cambiano per incanto leggi per dare la possibilità a coop e
multinazionali di avere l'intero mercato della salute a
costo zero e di rendere il farmacista alla distanza "
solo dipendente". E voglio vedere come cazzo
lavora un farmacista solo dipendente che se non vende e
basta lo mandano a zappare. In farmacia la prima cosa
che ti insegnano e che impari è che esiste si l'aspetto
commerciale ..ma se non sai attuare anche l'aspetto
professionale il paziente ( che è anche cliente ) ne prende
atto e cambia farmacia. Se l'unico proprietario è
coop o altre multinazionali ...cosa e dove vai a
cambiare? Secondo punto .....a chi giova tutto questo
oltre a quelli citati prima? L'industria
!!!!!!! Con l'aumento dei punti vendita questa
realizza i seguenti obiettivi: 1) aumenta subito le
vendite per effetto di stoccaggio dei nuovi punti
vendita. 2) aumenta subito l'usita dei prodotti
" sell out" ( strategia commerciale atta a
favorire l'acquisizione del prodotto da parte del
consumatore ...).Questo non significa come si vuol far
credere che mica siamo tutti deficenti che invece di
un'apsirina ne pigliamo due o tre di seguito.Ma le
assicuro che queste leggi commerciali i capoccioni le
conoscono bene e sanno quanto siano vere nel contesto
generale. 3) a livello sociale incremento delle
malattia iatrogene o da effetti collatrerali da abuso e di
conseguenza aumento del consumo dei farmaci per curarle.
Quindi l'industria sposa, per motivi diversi, e
favorisce tutto quello che sta accadendo. Per
concludere lo sa il cittadino\a medio che i prezzi dei
farmaci non li decide e non li ha mai decisi la
farmacia? Li fa l'industria e lo stato li
approva. Quindi quali colpe nefande ha la farmacia?
Forse " l'azione storace" ha solo preparato
il fumus adatto a fare i passi successivi. Se i prezzi
non li fa la farmacia che cazzo mai doveva fare gli sconti
la farmacia? Andavano imposti all'industria .
Visto che sono multinazionali come è mai possibile che in
italia il prodotto x costi il doppio che in francia o
altrove? Non li raddoppia il farmacista.
Dimentivo......la concorrenza. Bene coop ha già deciso
che farà e chissà dove ( dio solo sa dove cazzo li andra
a fare ) i suoi farmaci da propinare a basso costo (
..vedremo di quanto...) al cittadino\a medio . Si fanno
troppi discorsi senza conoscere in profondità la sostanza
delle cose. Ad ogni modo come volete voi: farmaci
liberi , subito. Approfittiamo
dell'indulto...suvvia.
9 agosto 2006 0:00 - nadia
Egr. aiuto farmacista
non sono io a dover
dimostrare che nel resto d'Europa i farmaci da banco
costano la metà: semmai è lei che deve spiegare come mai
in Italia costano almeno il doppio.
D'altra
parte, basta leggere il documento introduttivo dell'ADUC
dove sono messi a confronto i prezzi USA con quelli
praticati in Italia. Altro che doppio!!! Ha letto di quei
prodotti che all'estero costano anche il 200% in meno?
Si ricorda il caso del latte in polvere? Come lo
spiega, lei?
Per quanto riguarda il trattamento
da imbecille, è ovvio che non riguarda lei che sta
dall'altra parte del "bancone", ma me e chi
come me si trova al di qua di esso. Lungi da me dal volerla
offendere.
Per quanto riguarda infine la
"cagnara", lo sciopero ai limiti della liceità
con proclami di procedere "ad oltranza" è stata o
no un'iniziativa della vs corporazione alla faccia della
salute dei cittadini cui tenete, a quanto pare, solo
all'occorrenza?
Mi manca comunque una
risposta: perché il sabato siete chiusi?
E,
inoltre, perché le farmacie possono vendere ormai di tutto
(cosmetici, alimenti, scarpe, prodotti per lenti a contatto,
occhiali, giocattoli)_ a Roma ci sono alcune farmacie che
sembrano dei veri e propri supermercati tant'è che
bisogna prendere il numeretto di prenotazione per mettersi
in fila _ e non volete che i "veri"
supermercati possano fare altrettanto con prodotti che, pure
in farmacia, non richiedono alcuna prescrizione medica?
Vorrei delle risposte meno
"corporative". Grazie per l'attenzione.
9 agosto 2006 0:00 - aiuto farmacista
2) hanno raddoppiato (con l'euro) il costo dei farmaci
da banco a differenza di quanto avvenuto nel resto
d'Europa
Questo non è vero, lo
dimostri!!
Riguardo al dare degli imbecilli agli
italiani forse è meglio che parli per lei, ogni paese ha
pregi e difetti.
La "cagnara" è
proprio quella usata strumentalmente anche dai sindacati e
dai partiti per fini politici, portando in piazza la gente
per questioni che in realtà non conoscono. Polli sono
quelli che ci cascano e fanno il loro gioco.
9 agosto 2006 0:00 - nadia
Le liberalizzazioni, quelle vere, non sono né di dx né di
sx, ma sono una conquista sociale che Italia sarà
difficile realizzare per almeno due ragioni:
1)
la radicata mentalità feudale delle corporazioni
interessate che, se "lese", tendono a
politicizzare il problema per evitare così, con la
"cagnara", che i loro privilegi vengano seriamente
messi in discussione;
2) la radicata mentalità
servile (da sudditi, cioè) che caratterizza
l'italiano/a medio/a per la quale i soprusi
(corporativo-feudali) vengono ancora mestamente
sopportati. O, meglio, l'italiano/a medio/a è
abituato/educato a sopportare stoicamente di essere trattato
da imbecille.
Ma come mai, chiedo, in tutta
Europa i farmaci da banco vengono venduti nei supermercati e
qui in Italia no??? Forse che noi siamo, per
l'appunto, i più imbecilli da non sapere come e quando
prendere un'aspirina??
Il problema, come è
noto, non è l'aspirina ma piuttosto quello di spezzare
il binomio farmacista-farmacia e liberalizzare così,
insieme all'aspirina, una professione che, altrimenti,
continuerà ad essere monopolizzata dai casati di una delle
suddette caste feudali.
D'altra parte, se i
nostri "poveri" farmacisti di casta avessero
veramente a cuore la salute (del portafoglio??) dei loro
pazienti perché
1) non restano aperti anche il
sabato?
2) hanno raddoppiato (con l'euro) il
costo dei farmaci da banco a differenza di quanto avvenuto
nel resto d'Europa? Esempio: l'Essavan gel a
Parigi costa la metà che a Roma, ecc...ecc...
Vorrei delle risposte sensate e concrete.
1 agosto 2006 0:00 - Rainiere Salvatore
Speriamo che questa volta il governo non si lasci intimidire
dalla sciopero dei farmacisti che non vogliono mollare
l'osso. Tra le argomentazioni per giustificare lo
sciopero c'è quello di tutelare la salute dei
cittadini. Ma quando mai un farmacista si è negato di
vendere una aspirina o un prodotto da banco in base a questo
principio? e perchè mai loro possono vendere scarpe e
prodotti cosmetici e i supermercati non possono vendere i
prodotti da banco e senza prescrizione medica? Per quanto
riguarda poi lo specifico dello sciopero, poichè questi
vendono medicine, spesso salvavita, necessarie alla salute
dei cittadini, lo sciopero è illegale, oltre che
ingiustificato, e comporta l'interruzione di un pubblico
servizio. Oltre a trattarsi di un reato perseguibile
penalmente, dovrebbe essere revocata immediatamente la
licenza e liberalizzare queste ultime per dare spazio a
tanti laureati in farmacia alla disperata ricerca di un
lavoro. La posizione della "Farmitalia" poi è
semplicemente assurda e scandalosa. Come giustificano il
prezzo dei farmaci in Italia che sono tra i più cari in
tutto il mondo? Sicuramente questo è il risultato di
operare in un mercato privo di concorrenza e in totale
assenza di controlli da parte del governo e delle varie
associazioni dei consumatori.
15 luglio 2006 0:00 - Giovanni
Mi rendo conto che molti medici sono organizzati in modo da
far perdere meno tempo possibile ai pazienti che devono solo
ritirare una ricetta periodica, ma è giusto lasciare che la
buona sorte premi alcuni pazienti e penalizzi altri? penso
di no, e allo stesso tempo è giusto che lo stato legiferi
per regolare questo problema? credo di si, sono in gioco due
interessi, quelli del consumatore paziente e quelli della
classe medica, il consumatore paziente nella maggior parte
dei casi non è tutelato nei suoi interessi, perchè
lasciato solo a se stesso, la classe medica con il suo
ordine non riesce a regolare un problema organizzativo che
fà perdere molto tempo al paziente, eppure credo che non ci
vorrebbe molto basterebbe una telefonata e il medico prepara
la sua ricetta che fà trovare su un tavolino nella sala
d'aspetto, e se qualcuno obbiettasse che può sorgere un
problema di praivasi, a quel qualcuno bisognerebbe ricordare
che da molto tempo hanno inventato le buste da lettera.
In questo modo sicuramente si semplificherebbero le
cose per il paziente ma resterebbe ancora il problema degli
orari, e ritorniamo alla buona sorte di alcuni e alla sfiga
di altri, buona sorte per chi lavora vicino alla sua
residenza e fa orari lavorativi compatibili con l'orario
dell'ambulatorio, sfiga di altri che magari fanno i
pendolari, escono di casa all'alba e rientrano al
tramonto. E' ora di finirla di dire "molti
hanno dei diritti/doveri" perchè è giusto che
"TUTTI ABBIANO DEI DIRITTI/DOVERI"
ART. 4
Una commissione tecnico
politica dovrà essere nominata dal governo con il
compito di studiare una forma di liberalizzazione anche per
quei farmaci soggetti a prescrizione medica con
particolare attenzione alle malattie croniche.
si potrebbe inoltre fare una tabella delle malattie
croniche per evitare obbiezioni di qualcuno che
potrebbe dire che in questo modo legaliziamo la
tossicodipendenza e di conseguenza le droghe.
inoltre per rispondere a quelli che potrebbero dire che un
iperteso potrebbe non essere più tale dopo qualche
anno di cura, e di conseguenza potrebbe continuare a
prendere dei farmaci che potrebbero creargli dei seri
problemi, inseriamo un tesserino
"microcippato" con i suoi dati e i suoi periodici
controlli annuali che sarà costretto ad esibire se
vuole comprare i farmaci al supermercato, altrimenti
dovrà sottostare a vecchio regolamento e cioè
passare dal medico di famiglia per la ricetta.
14 luglio 2006 0:00 - blaster
x Giovanni:
1) il ticket dei 2euro a scatola (che
poi varia da regione a regione) non va in tasca al
farmacista! Considera questa una "tassa
regionale", visto che tale importo viene detratto dal
costo del farmaco che verrà poi rimborsato al farmacista.
2) molti medici mettono a disposizione dei pazienti
orari appositi solo per questo, con risparmio di tempo
notevole. 3) la ricetta con la fustella consente un
controllo totale del farmaco dalla produzione al consumatore
finale 4) anche per i farmaci cronici, le dosi possono
cambiare per molti fattori, o possono essere sostituiti con
altri similari se necessario, specialmente per
l'ipertensione. Per questo è importante la ricetta del
medico e il ritiro in farmacia
13 luglio 2006 0:00 - Giovanni
Il vantaggio per il consumatore(suo malgrado,di, ad esempio,
farmaci ipotensivi,) sarebbe che si eviterebbe la ricetta
medica e la conseguente perdità di tempo, ovviamente in
questo caso non è un problema di prezzo del farmaco visto
che tutti gli ipertesi hanno il loro bel tesserino che gli
dà diritto all'esenzione, e anche per questo motivo che
non trovo scandaloso che si possa comprare questo tipo di
farmaci anche al supermercato, comunque non ci sono problemi
perchè la proposta dell' Onorevole Poretti non prevede
questa opzione (per ora). Gli ipertesi continueranno a
comprare i farmaci con l'ausilio della ricetta medica,e
il farmacisti faranno pagare il solito tichet di 2euro,
paradossalmente sarebbe interesse dei farmacisti non avere
rogne con la gestione di farmaci che non portano loro alcun
guadagno, credo che alla fine il problema stia tutti quì;
"il vil pecugno"! e del semplificare la vita al
consumatore? non credi che già sarebbe molto fare in modo
che il consumatore risparmi come prima cosa il suo tempo? e
se poi arriverà anche un risparmio in denaro avremmo
realizzato l'antica massima "IL TEMPO E'
DENARO"
13 luglio 2006 0:00 - rita
sono una farmacista, preciso dipendente, che crede ancora
che il farmacista sia innanzitutto quella persona capace di
aiutare e consigliare il paziente/cliente che chiede
consiglio, parere, aiuto in qualsiasi posto eserciti la sua
professione.
Penso che non sia etico vendere
farmaci (PERCHE' PARLIAMO DI FARMACI A TUTTI GLI EFFETTI
sia per quanto riguarda OTC e SOP) senza la presenza di
un farmacista che può consigliare e eventualmente far
optare il paziente per un prodotto che è più indicato per
la sintomatologia accusata. Dalla proposta presentata
da chi è contrario alla vendita nei supermercati non mi
sembra che emerga questo fatto importante : il farmacista
deve essere l'unico addetto alla vendita dei farmaci per
competenza e professione. Questo forse perchè si sta
cercando più che di difendere gli interessi dei consumatori
gli interessi di chi ha il potere? Se proprio parliamo
di farmacisti di serie A e di serie B parliamo non di
farmacisti che lavorano in farmacia e farmacisti che
lavoreranno nei supermercati ma di farmacisti titolari e
dipendenti: non siamo laureati entrambi nelle stesso modo?
12 luglio 2006 0:00 - blaster
da: Giovanni Data: 10 Luglio 2006
propongo(ad un qualsiasi parlamentare che la voglia fare
propria) l'estensione ai farmaci soggetti a prescrizione
medica
ART. 4
Una commissione tecnico
politica dovrà essere nominata dal governo con il compito
di studiare una forma di liberalizzazione anche per quei
farmaci soggetti a prescrizione medica con particolare
attenzione alle malattie croniche.
E....
questo che vantaggi porterebbe ai consumatori scusa?? Guarda
che i prezzi dei farmaci, a maggior ragione quelli con
ricetta medica sono stabiliti dalle case farmaceutiche, non
dai farmacisti. Questi farmaci costerebbero lo stesso nel
canale farmacia e nel canale supermercato, con l'unica
differenza che in farmacia trovi un professionista, nel
supermercato chissà...
Pietro: credo la
liberalizzazione sia come darsi la zappa sui piedi. Anzichè
aiutare i dipendenti che possono scegliere se aprire una
farmacia propria, aiuti i titolari più ricchi, le
cooperative e le catene di farmacie, che hanno già i soldi
pronti per aprire le farmacie dove vogliono loro, per
aumentare ancora di più il loro potere. Modificando la
pianta organica in maniera intelligente invece si avrebbero
migliori risultati per tutti.
11 luglio 2006 0:00 - Giovanni
Per Giobbe
Perchè una commissione tecnico
politica? semplicemente perchè il tecnico serve per
consigliare il politico che deve ovviamente avere le idee
chiare sull'obbiettivo da raggiungere. Una
commissione solo tecnica magari composta da farmacisti,
medici, avvocati, e per finire taxisti sarebbe una
farsa. la proposta è seria la sua risposta no ma
probabilmente lei fa parte di una di queste categorie, io
non sono comunista mi indignano alcune posizioni di
privilegio ma non per moralismo semplicemente perchè non mi
procurano alcun profitto. probabilmente a lei non
indignano per un suo probabile interesse diretto.
"Ogni ingiustizia ci offende, quando non ci provoca
alcun profitto"
11 luglio 2006 0:00 - Fr@
Salve a tutti sono una studentessa di farmacia(senza
farmacia da ereditare), volevo fare anche io le mie
riflessioni sull'argomento. 1) prima di questa
riforma le mie prospettive di lavoro più probabili erano il
lavoro in una farmacia come dipendente, adesso spero con la
liberalizzazione di trovare prima un impiego 2) Non
penso che la laurea in farmacia possa essere più sminuita
di quanto non lo è già. Chi si iscrive al corso di laurea
in farmacia e in CTF deve aspettarsi un futuro di stipendi
da fame e di falsi partime. Molti farmacisti dipendenti
prendono la nobile cifra di 800 euro al mese!!! Forse meno
di molte commesse di supermercato! 3) Una parola sugli
esami che gli studenti di farmacia devono affrontare. Più
la metà degli esami sono di chimica!!! Le basi che vengono
date non sono di certo quelle per stare dietro a un
bancone!! Anzi, forse con la nostra preparazione ci
troveremo meno spiazzati a fare i topi di laboratorio
portando, senza modestie, un importantissimo contributo alla
carente ricerca scientifica in Italia. 4)Sapete che un
biologo può insegnare chimica al liceo e un farmacista
no!!!! Insomma ci sono un sacco di opportunità ma i giochi
di potere tra i più forti non ci permettono di sfruttarle.
Penso che debba essere fatta un'importante revisione tra
i contratti tra farmacista dipendente e farmacista titolare
o la coop o qualunque altro supermercato.Forse a noi
studenti senza farmacia basterebbe avere le stesse
opportunità dei laureati in altre facoltà e potere
partecipare ai molti concorsi pubblici (praticamente
inesistenti per i laureati in farmacia), ci basterebbe poter
sperare di vincere un concorso aumentando il numero di
farmacie per numero di abitanti(aumentando così la
concorrenza) oppure lavorare come dipendenti con uno
stipendio decente. Mi piacerebbe che nella nostra professine
ci fosse un pò di meritocrazia in più e questo penso che
sarebbe il miglior vantaggio che il cliente ne trarrebbe: LA
COMPETENZA. Diminuire i prezzi dei farmaci? semplice
basta mettere nelle farmacie un computer dove inserendo il
nome commerciale escono fuori tutte le altre opportunità
con relativi prezzi e lo sconto del 20% che non è stato mai
applicato. Il farmacista non ha quel farmaco??? Fatevelo
ordinare. Per chi non volesse aspettare il computer
www.generici.com
11 luglio 2006 0:00 - giobbe
Per Giovanni: Cito: ART. 4
Una
commissione tecnico politica dovrà essere nominata dal
governo con il compito di studiare una forma di
liberalizzazione anche per quei farmaci soggetti a
prescrizione medica con particolare attenzione alle malattie
croniche
Adesso mi deve spiegare perchè una
commissione tecnico (e mi sta bene) ma poi
POLITICA!!!!!!!!!!!! E' una vergogna.. Comunisti e
coop.. Dai che i soldini ve li mettete in tasca alla faccia
di chi ci rimette.. Ripeto: siete un branco di
dittatori che si nascondono dietro lo slogan del facciamolo
per i consumatori".. Si è visto ieri: la vostra
concertazione del cazzo ( e mi scuso per le parole,ma solo
quelle sono pertinenti a voi), che avete tanto decantato, ha
visto un incontro in cui ROMANO, rivolto ai farmacisti, ha
detto che il decreto non si tocca, non è possibile neanche
una revisione.. neanche venisse giù STALIN a imporlo..
Bene, Bravi, BIS..
10 luglio 2006 0:00 - Dr. Pietro Marino
Caro Blaster, sono convinto come te che se si
liberalizzassero le farmacie non ci sarebbero 70.000 ma
sicuramente molte di più delle attuali. Ma poi scusa adesso
se non sei figlio di farmacista o milionario non puoi avere
una farmacia.Capisco che avere un impresa è dura ma
lascialo scegliere ai farmacisti se essere dipendenti o
titolari no ? Io credo che sia più qualifante essere degli
imprenditori che competono sul mercato piuttosto che dei
monopolisti che giocano a fare gli imprenditori e che invece
sono solo proprietari di una rendita.
10 luglio 2006 0:00 - Giovanni
propongo(ad un qualsiasi parlamentare che la voglia fare
propria) l'estensione ai farmaci soggetti a prescrizione
medica
ART. 4
Una commissione tecnico
politica dovrà essere nominata dal governo con il compito
di studiare una forma di liberalizzazione anche per quei
farmaci soggetti a prescrizione medica con particolare
attenzione alle malattie croniche.
si potrebbe
inoltre fare una tabella delle malattie croniche per evitare
obbiezioni di qualcuno che potrebbe dire che in questo modo
legaliziamo la tossicodipendenza e di conseguenza le
droghe. inoltre per rispondere a quelli che potrebbero
dire che un iperteso potrebbe non essere più tale dopo
qualche anno di cura, e di conseguenza potrebbe continuare a
prendere dei farmaci che potrebbero creargli dei seri
problemi, inseriamo un tesserino "microcippato"
con i suoi dati e i suoi periodici controlli annuali che
sarà costretto ad esibire se vuole comprare i farmaci al
supermercato, altrimenti dovrà sottostare a vecchio
regolamento e cioè passare dal medico di famiglia per la
ricetta.
10 luglio 2006 0:00 - blaster
scusa Pietro, sono daccordo sulla maggior parte di ciò che
hai scritto, ma mi spieghi perchè dovrebbero essere i
farmacisti a fare sconti e non le case farmaceutiche ad
abbassare i prezzi di alcuni prodotti che onestamente sono
pompati? (anche se è vero che da qualche parte devono
recuperare i soldi che perdono per alcune vecchie che il SSN
tiene a prezzi patetici) E credi inoltre che 70.000
farmacisti sarebbero in grado di diventare titolari e poter
aprire una farmacia come se niente fosse? No, non credo
proprio, c'è il luogo comune che i titolari guadagnano
molto senza fare una mazza, ma non è così: ci vuole
organizzazione, esperienza, impegno e tempo da dedicare,
specialmente in questi ultimi tempi dove il governo tira la
cinghia. Non frainterdermi, non è che i titolari siano dei
poveracci che lavorano 24ore al giorno, ma mentre un
dipendente lavora 8 ore al giorno e basta, un titolare ha
tutta una serie di impegni e responsabilità che richiedono
tanto tempo e energie mentali (ricette, fatture,
commercialista, inventario, ordini e molto altro). Ormai
grazie a leggi fatte ad Hoc per colpire e appesantire il
lavoro nelle farmacie, è come gestire una piccola
azienda. Tutto ciò non è per sminuire la figura del
collaboratore che anzi è il "motore" della
farmacia, ma per chiarire che fare il titolare non è fare 9
mesi di vacanza all'anno, soprattutto per quei titolari
di farmacie rurali in piccoli centri dove le risorse sono
limitate. Se a cavallo del secolo scorso è stata
creata una pianta organica, non era di sicuro per proteggere
la categoria dei titolari, ma perchè ce n'era un reale
bisogno per avere un sistema efficace ed efficiente.
10 luglio 2006 0:00 - Dr. Pietro Marino
Mi sembra la proposta del lupo vestito da agnello.Basterebbe
solo dire che in italia ci sono circa 70.000 farmacisti e
16.000 proprietari e quindi basterebbe molto più
semplicemente liberalizzare le licenze e gli orari che il
servizio diverrebbe capillare, i prezzi si abbasserebbero .
I consumatori tutelati da una professionista. Invece se
passasse la sciagurata proposta di ADUC o meglio chiamiamola
col suo vero nome "proposta della GDO" avremo
16000 farmacisti un pò meno ricchi e e più 50.000
farmacisti disoccupati e quel che peggio un risparmio
irrisorio per i cittadini consumatori, che non potranno
avvalersi del professionista anche solo per un consulto. I
farmaci da banco (senza ricetta)costituiscono poco meno del
10 % dei farmaci in commercio il 90 % è costituito da
farmaci con ricetta medica . Se si liberalizzassero le
farmacie e si consentisse lo sconto anche sui farmaci con
ricetta i risparmi per i consumatori sarebbero molto,ma
molto superiori e avrebbero in più un professionista a
disposizione.Ma questa posizione non è finaziata da
nessuna lobby e quindi non è caldeggiata da nessuna
associazione dei consumatori, anche se la proposta degli
esclusi(farmacisti senza farmacie) sarebbe davvero dalla
parte dei consumatori.E.... allora il silenzio di queste
associazioni diventa assordante Dr. Pietro Marino
www.farmacialibera
10 luglio 2006 0:00 - Alex
le malattie iatrogene derivano da errati interventi di cura,
sotto vari aspetti. Dare la colpa di questo ai farmaci
da banco (peraltro già venduti liberamente e senza
controllo alcuno dalle farmacie) è pretestuoso. Le
malattie iatrogene sono comunque la quarta causa di morte
nei paesi industrializzati... e non certo tutti prevedono la
vendita libera dei farmaci.
10 luglio 2006 0:00 - Alex
"Caro Alex, capisco che per te tante cose sembrino
così semplici, lobby, libera concorrenza ecc. Dimentichi
che si tratta di farmaci e non di telefonini"
Lei non legge i miei interventi. Non ho mai detto che le
cose siano semplici (anzi ho già detto che c'è da
lavorare anche su altri fronti), nè che i farmaci siano
beni di consumo (ma si sta parlando di quelli già di libera
vendita anche nelle farmacie). Rilegga attentamente
quello che ho scritto, poi passerà ai commenti.
Capisco anche che ci siano tante persone a dover difendere i
loro privilegi fuori dal mercato. Tra l'altro la
informo che anche i telefonini fanno male. Così come
gli incidenti automobilistici siano la prima causa di morte
tra i giovani; eppure basta andare in un autosalone con
l'assegno (o anche senza, ci sono i finanziamenti)
10 luglio 2006 0:00 - veronica
Caro Alex, capisco che per te tante cose sembrino così
semplici, lobby, libera concorrenza ecc. Dimentichi che si
tratta di farmaci e non di telefonini. Ma chi non ha
conoscenza di certe dinamiche non può capire. Negli USA le
malattie iatrogene (causate dall' abuso o mal consumo di
farmaci) sono la terza causa di morte. In Olanda la
liberalizzazione di gruppi ben limitati di molecole ha
creato gravi problemi alla salue pubblica, tanto che il
governo sta seriamente pensando di tornare indietro. Questo
significa che con questo sistema molta gente abuserà di
farmaci, avrà problemi e finirà all' ospedale. Chi
gliele paga le cure? Ma NOOI signori!! Caro alex quello che
risparmi sui farmaci/telefonini lo ripagherai in tasse. Ma
questo la gente non lo sa perchè si dice solo ciò che fa
comodo. E cioè ci dicono : risparmierete sui farmaci
perchè li troverete al supermercato e vi faranno grossi
sconti. E la gente ci casca. E intanto Bersani ripaga la
COOP che gli ha finanziato tutta la campagna elettorale. Ma
nessuno lo sa. Io mi vergogno di essere italiana e di essere
nelle mani di tali delinquenti. Poi mi chiedo ancora perchè
ad amministare la nostra salute e dunque la nostra VITA ci
sia gente che non ha la minima competenza. E' Bersani
per caso un medico? E il nostro caro ministro della salute?
Non credo proprio.
9 luglio 2006 0:00 - giobbe
Allora tanti auguri. Vedremo come andrà a finire. Il fatto
che i SOP e OTC siano stati sempre nella farmacia e che le
farmacie siano in funzione della popolazione, significa che
conosco i miei clienti e se un cliente che prende coumadin
(che è anticoagulante) mi dice che vuole un'aspirina,
io che conosco il suo problema e che ne ho la conoscenza, lo
sconsiglio e lo veicolo verso qualcosa che non interferisce
con il processo di coagulazione, evitandogli
un'emorragia. Ora in un supermercato, come vuole che
avvenga tutto questo? Prenderanno delle belle cartelle e
faranno l'intervista ad ognuno dei 15000 clienti (e non
più pazienti..) che entrano al giorno. Si perde il
controllo minimo sul consumo di farmaci.. Comunque io
continuerò a fare il mio lavoro con la professionalità di
sempre.. Spero che lei incontri al supermercato un
farmacista che abbia il tempo (tra i 10000 contatti
giornalieri a cui sarà sottoposto) di consigliarle o
scongliarle il SOP o OTC giusto.. Oppure faccia da solo..
Visto che siete tutti medici e farmacisti.. Leggere su
Internet non significa una laurea in Medicina o Farmacia.
Spero che su questo sia d'accordo.. Auguri-.
9 luglio 2006 0:00 - Alex
"Ma basta Alex con le sue inutili verità."
Non sta a lei dire se sono utili o no,lei si preoccupi solo
delle sue di affermazioni, alle mie ci penso io. Tanto più
se si parla di opinioni lei non può pretendere di imporre
le sue a tutti. Lei esponga le sue, io continuo a
tenermi le mie a meno che non riesca a convincermi del
contrario (ma con queste battute perde punti).
"Ed è per questo che in montagna, dove c'è una
farmacia in un paesino e che fa fatica ( e glielo assicuro)
ad arrivare pari e patta, c'è la farmacia per tutela
della popolazione. Allora se diamo la possibilità di aprire
al supermercato la distribuzione di farmaci (che è
altamente pericoloso per la salute innanzitutto, e poi
perchè non il cittadino non risparmia che 3 Euro in più al
mese contro 360 annui di fascia C) obblghiamo anche le
"meravigliose e pulite" "vergini" COOP
ad andare ad aprire un supermercato in montagna.. "
Se risparmiano o no lo deciderà il cittadino, così come
sarà lui a giudicare la comodità e la professionalità del
servizio. Sui rischi non ne vedo nessuno, già adesso si
tratta di farmaci di libera vendita. Inoltre nessuno
obbliga a tenere farmacie aperte, così come nessuno obbliga
il centro commerciale ad avere prodotto farmaceutici o i
clienti ad acquistarli per forza al supermercato. Se
non c'è mercato, nessuno andrà ad aprire una farmacia
dove ce n'è già una che lavora poco. Difendendo a
spada tratta le licenze già assegnate, senza la
possibilità di nuovi ingressi, non si da alcuna garanzia di
professionalità.
Da blaster: "i
concorsi ci sono e nel corso degli anni centinaia di
farmacisti che prima erano dipendenti ora sono
titolari." Ma dai.. quante farmacie ci sono in
più rispetto a 10 anni fa? Ed è vero o no che se non se ne
libera qualcuna per ragioni anagrafiche (e senza eredi!) chi
vorrebbe esercitare la professione non può a meno che non
sia figlio di farmacista?
"visto che i
farmaci di cui parliamo hanno prezzi molto contenuti già
attualmente" Veramente i paragoni fatti con altri
paesi dicono tutt'altro. E si tratta di farmaci a totale
carico dell'utente.
"Mi chiedo solo che
fine farà la professionalità visto che questi furboni
vogliono fare anche il 3x2 " E' evidente, non
ha letto la proposta.
"qualcuno ne farà
abuso" No perchè le offerte sono vietate. Inoltre
anche adesso in farmacie ne compro quante mi pare e ne uso
quante mi pare.
"noi farmacisti potremmo
allora vendere le scatolette del tonno, la vodka e la frutta
di stagione nel banco frigo no?"Che c'entra? La
farmacia non vende solo farmaci a libera vendita. E poi già
vende giocattoli, caramelle, vibratori, ecc ecc.. non vi
basta? Se non vi basta, potete aprire un altro negozio, gli
altri sì che si possono aprire in regime di libera
concorrenza.
8 luglio 2006 0:00 - blaster
Alex, mi spiace se non vuoi credere a quello che dico ma
preferisci credere a Babbo Natale, ma funziona proprio così
e te lo assicuro perchè faccio parte del sistema
farmaceutico: i concorsi ci sono e nel corso degli anni
centinaia di farmacisti che prima erano dipendenti ora sono
titolari. Di cosa hanno paura le farmacie? Bhe non di
sicuro dei prezzi ribassati (sono curioso di vederlo poi)
che applicheranno i supermercati, visto che i farmaci di cui
parliamo hanno prezzi molto contenuti già attualmente; il
problema è che la stragrande maggioranza degli Italiani
fanno la spesa al supermercato e visto che già sono lì,
comprano il farmaco da banco nel dubbio di non averlo.
Mi chiedo solo che fine farà la professionalità visto che
questi furboni vogliono fare anche il 3x2 e non vogliono
tenere un farmacista: facendo un discorso egoistico, non mi
dispiace che l'aspirina vada al supermercato, visto che
questo fatto incita al consumismo: qualcuno ne farà abuso e
poi vedremo quante persone soffriranno di gastrite nei prox
anni.
Comunque visto che i supermercati possono
fare concorrenza sul farmaco, noi farmacisti potremmo allora
vendere le scatolette del tonno, la vodka e la frutta di
stagione nel banco frigo no? Tutto questo sminuisce le
professioni che hanno resistito nel corso dei secoli, con le
loro caste magari, ma con una professionalità e una regola
d'arte che verranno perse con queste leggi liberaliste
basate solo sul consumismo. A tutto c'è un limite,
alcune cose possono essere riviste, ma qualcuno ha deciso a
priori per tutti, senza consultare le parti.
8 luglio 2006 0:00 - giobbe
Ma basta Alex con le sue inutili verità.
"Comunque resta il fatto che le licenze sono a numero
chiuso e chi vuole aprire una propria attività non lo può
fare, fatti salvi casi sporadici e imposti dall'alto
come quello che hai citato." Il fulcro sta qui: se si
vuole che tutti i cittadini siano tutelati dal punto di
vista sanitario, allora è necessario regolarizzare le norme
in funzione della popolazione. Ed è per questo che in
montagna, dove c'è una farmacia in un paesino e che fa
fatica ( e glielo assicuro) ad arrivare pari e patta,
c'è la farmacia per tutela della popolazione. Allora se
diamo la possibilità di aprire al supermercato la
distribuzione di farmaci (che è altamente pericoloso per la
salute innanzitutto, e poi perchè non il cittadino non
risparmia che 3 Euro in più al mese contro 360 annui di
fascia C) obblghiamo anche le "meravigliose e
pulite" "vergini" COOP ad andare ad aprire un
supermercato in montagna.. Scommette che non lo faranno mai?
E allora la tutela va a farsi fottere. E per questo che è
necessario un sistema di licenze in base al numero di
abitanti. 2."E riguardo agli eredi di farmacisti,
la laurea ci vuole sempre "Non è proprio vero, con
delle limitazioni si può anche iniziare senza laurea."
Qui ha ragione: con il nuovo pazzesco Decreto Bersani,
adesso una multinazionale può comprare molte farmacie. Bene
si voleva evitare un sistema di lobbizzazione (che è nata
per garantire la sua salute e la salute di tutti) e adesso
si è creato un sistema che porta inevitabilmente ad un
monopolio finanziario. Meraviglia per il cittadino che
verrà stritolato. Grazie che avete votato dei venduti.
8 luglio 2006 0:00 - Alex
Concorsi, meritocrazia.. ok, ci credo come a Babbo
Natale!!! Comunque resta il fatto che le licenze sono a
numero chiuso e chi vuole aprire una propria attività non
lo può fare, fatti salvi casi sporadici e imposti
dall'alto come quello che hai citato.
"sono state aperte nuove farmacie in zone in cui
c'era una carenza," Lo vedi? Non posso aprire
dove voglio io, non posso osare fare concorrenza ad una
rendita di posizione.
Continuo a ripetere che
nessuno obbligherà i consumatori ad acquistare farmaci da
banco ai supermercati, ma è una loro facoltà. Se non
altro diminuirà il prezzo. Le farmacie se sono tanto
convinte del servizio che danno di cosa hanno paura? Di
perdere parte del 10% del loro fatturato?
"E
riguardo agli eredi di farmacisti, la laurea ci vuole
sempre." Non è proprio vero, con delle
limitazioni si può anche iniziare senza laurea.
"E ricorda che le farmacie le trovi ovunque ben
distribuite sul territorio nazionale con turni notturni
(oltre 16.000) mentre i supermercati li trovi solo dove ci
sono grandi interessi." Appunto, quindi queste
farmacie di cosa hanno paura se nei dintorni non ci sono
centri commerciali? Mi sembra che il problema non si ponga
proprio.
Alla base resta sempre la difesa di una
rendita di posizione contro ogni forma di libero accesso
alla professione e di libero mercato, il che va a danno
della stessa professionalità dei titolari e delle tasche
dei consumatori.