Piccola esperienza personale. Qualche giorno or sono,
mi trovavo, con la mia famiglia in vacanza in Cornovaglia,
per l'esattezza a Falmouth. Nel bel mezzo della
vacanza, a mia moglie è insorta una feroce emicrania.
Ho girovagato un po', ma non ho trovato la farmacia,...
ma in un supermercato TESCO ho rintracciato una confezione
di ibuprofene della TESCO da circa 50 cent. L'ho
comprato e dopo l'assunzione del farmaco, a mia moglie
l'emicrania è passata. Cordiali saluti P.S.
Personalmente non riesco a vedere - come semplice
consumatore - nessunissimo motivo per non liberalizzare la
vendita dei farmaci SOP, OTC, classe C.
24 giugno 2008 0:00 - tootsie
Piuttosto che rendere libero il mercato dei farmaci, perchè
non si permette ai farmacisti di fare consulenze ???
http://www.amoreepsiche.it
27 maggio 2008 0:00 - da NON CI STO'
per Alfonso.... Lei non ha capito un CAZZO di cio' che
si discute.Se gia' nelle farmacie oggi e' un
''BORDELLO'' preciso, si figuri nelle
parafarm. che possono campare quasi esclusivamente di
''CAZZATE''. mA ALMENO loro sono
giustificati(le parafarm.).Se si vogliono abbassare i prezzi
si tagli alla fonte.
25 maggio 2008 0:00 - alfonso scala lombardo
Favorevole, favorevole, favorevolissimo. Occorre
concorrenza e ancora concorrenza, e non solo riguardo alle
farmacie. Quanto ai "consigli" che solo un
professionista potrebbe assicurare, due piccioni con una
fava, si avrebbe risparmio e si darebbe lavoro a tanti
giovani laureati disoccupati, che professionisti sono, o
no? Al farmacista monopolista intendo dire che mentre
nella sua bottega vende un pò di tutto, sul banco del
farnmacista alternativo ci sarebbero solo farmaci c.d. da
banco.
21 maggio 2008 0:00 - ''MA CHE CAVOLO DICI''
Per deregulation non intendevo questo che tu dici.Ho
precisato il mio punto di vista gia' l'8 e il 9
maggio.Buon lavoro.
20 maggio 2008 0:00 - daniela robotti
di quale deregolamentazione parli visto che dopo un mese di
apertura asl vigili e quant altro vengono a controllare
scadenze ,temperatura ,conservazione ,domande e codice
tracciabilità farmaco come e forse di più di ciò che
succede in una farmacia convenzionata !ho solo doveri e
nessun diritto ? voglio solo svolgere la mia professione in
modo serio !
19 maggio 2008 0:00 - da ''ma che cavolo dici''
Per ROBOTTI:LE MIE considerazioni non erano volte a sminuire
la competenza e l'affidabilita' di alcun collega.Mi
permettevo solo di sottolineare la deriva essenzialmente
commerciale che ancor piu' di oggi prenderebbe un
sistema di completa deregolamentazione.
19 maggio 2008 0:00 - robotti daniela
sono una farmacista ! non sono cosi fortunata da aver
ereditato una farmacia quindi ritengo ,dopo aver fatto la
commessa per anni, di essermi guadagnata il diritto di poter
esercitare la mia professione in una parafarmacia con la
possibilità di dispensare, previo consiglio,sop otc e
possibilmente quando sarà ,anche farmaci di fascia c
.grazie
17 maggio 2008 0:00 - daniela robotti
sono pienamente daccordo sulla nascita di farmacie non
convenzionate con a capo titolari laureati in farmacia d0ve
ogni cittadino possa essere consigliato ed anche risparmiare
un po !quindi ben vengano i farmaci di fascia C ,ma nell
esercizio giusto !
9 maggio 2008 0:00 - da ''ma che cavolo dici''
Oggi il tuo farm. di ''fiducia''puo'
essere ancora tale perche' puo' permetterselo
economicamente.Che vuol dire?Vuol dire che se ti deve negare
un farmaco che per lui non e' opportuno tu debba usare,
oggi lo fara',un domani pur a rischio della tua salute
(E DELLA SUA FEDINA PENALE),non potra' piu' farlo se
ad ''ASPETTARTI'' fuori dalla sua farmacia,
ci saranno altre decine di esercizi a poca distanza disposti
a tutto pur di sopravvivere.In regime di libera concorrenza
cio' e' assolutamente fisiologico.Grecia docet.I
prezzi deve abbatterli lo stato,almeno quelli dei farmaci
piu' importanti in classe c.D'altronde quando paga
lui i prezzi sa bene amministrarli.SSN.IO voglio si
concorrere con i miei colleghi, ma sul piano della
professionalita'.NON c'e' piu' bisogno di
questa per oggi fare il farmacista?OK aboliamo l'obligo
di laurea.
8 maggio 2008 0:00 - VR
Personalmente ritengo che se si potessero aprire farmacie
nuove senza tanti obblighi di distanze ecc ecc, il problema
si risolverebbe da solo visto che le stesse farmacie si
farebbero concorrenza. E poi ci sono già le parafarmacie
per i farmaci da banco, dove comunque trovi gente competente
che può consigliarti. Tra l'altro io credo che il
consiglio del farmacista sia spesso indispensabile anche
nella scelta del farmaco da banco, per questioni di dosaggi
(es: 10 pillole da 500 mg per 10 giorni o 5 pillole da 1 gr.
per 5 giorni?) Per esempio una persona che ha problemi di
stomaco può chiedere consiglio su quale rimedio gli darà
meno fastidi gastrici, o se ha una congiuntivite quale
collirio usare (se porta le lenti a contatto o no, per
esempio, fa differenza). Tra l'altro non si può sempre
fare 2 ore di coda dal medico per certe cose che però può
risolvere tranquillamente il farmacista, insomma... se mi
viene l'herpes non vado mica dal dottore a chiedergli se
è meglio lo zovirax o l'aciclovir! Il problema è
complesso soprattutto per la determinazione dei prezzi, io
comunque continuerò ad affidarmi al farmacista di fiducia
perchè il rischio di fare qualche cazzata è alto anche con
i farmaci da banco, tenendo presente che comunque presentano
delle controindicazioni che possono essere anche pericolose.
(tanto per dirne un'altra i medicinali per i sintomi
dell'influenza o del raffreddore che contengono
pseudoefedrine). Per il resto sarei d'accordissimo se si
potessero comprare solo le "tot" pillole che
servono per la cura senza dover comprare una scatola magari
da 20 cp; che poi te ne avanzano ma se devi ricominciare la
cura devi comprarne un'altra scatola... Comunque
queste "liberalizzazioni", fatte in questo modo
più che altro, puzzano di speculazione... magari mi
sbaglio, mah.
8 maggio 2008 0:00 - da incazzato
Come.Concorrenza in base al prezzo,orari,distanze?Ma non si
trattava di PROFESSIONE CON LAUREA OBLIGATORIA.O la
concorrenza sulla competenza professionale, o aboliamo la
laurea.Niente ipocrisie se e' questo che pensate.
8 maggio 2008 0:00 - da ''ma che cavolo dici''
Non entro nel discorso, del trattare i dipendenti come
''carne da macello''.Ma pongo al collega una
domanda.SEgia' in una situazione di ''pianta
organica''e esclusivita' dei farm. su ricetta
medica,i vari titolari, fanno quello che vogliono
fregandosene della legge,quando invece potrebbero
permettersi economicamente di fare i professionisti..Come
pensi che finirebbe in caso ti totale deregulation?Oggi chi
vuole fare il professionista puo' ancora permetterselo,
domani in ben altre situazioni NO.CHEpoi il farmacista
corretto ci perda .... un sacco di clienti, questo va a suo
onore e merito.
17 marzo 2008 0:00 - farmacista
Buongiorno a tutti,sono una farmacista reduce da un anno di
lavoro passato in una grande farmacia dove si vendeva di
tutto:dal sonnifero senza ricetta,alle scarpe,ai giochi per
bambini,ai surgelati per celiaci,ai prodotti aproteici,ai
pannoloni per incontinenti e ad una vasta gamma di prodotti
omeopatici...alla scadenza del contratto il titolare(che
già dall'inizio non mi aveva preso molto in simpatia
perchè non davo anima e corpo alla farmacia avendo due
figli piccoli)non me l'ha più rinnovato e devo
ringraziare l'apertura delle parafarmacie nei grandi
corner se ho la possibilità di continuare a lavorare...sono
a favore della liberalizzazione,anzi auspico che passi la
legge dei farmaci di fascia C perchè i titolari devono
smetterla di trattare i collaboratori come carne da macello
e soprattutto per dare vita ad una concorrenza che faccia
abbassare i prezzi...sapete quanti laureati iscritti
all'albo che pagano annualmente delle migliaia di euro
di contributi sono a casa o lavorano saltuariamente?non ve
ne potete fare un'idea...tutto perchè la farmacia è
una casta chiusa e se il farmacista ha bisogno assume il
minimo indispensabile o, se può ,fa tutto da solo per non
pagare stipendi...e i giovani che hanno fatto tanta fatica a
laurearsi stanno a casa per carenza di richiesta o cambiano
addirittura mestiere!Non c'è possibilità di fare i
mutui per aprirsi una propria attività..e questo non è
giusto!W LE PARAFARMACIE!!!!!!!!!!!!!!
17 agosto 2007 0:00 - pietro marino
La Federazione degli esercizi farmaceutici
(www.esercizifarmaceutici.it) ritiene pseudolibersta il Dl
della Poretti poichè(aldilà delle dichiarazioni) non fa
accenno alla liberalizzazione delle Farmacie e avrebbe il
solo il merito se approvato di cristallizzare la situazione
a tutto vantaggio di Fedefarma mettendo fuori gioco gli
outsider -vedi articolo di Alberto Mingardi del 20 Luglio
2006 " Che cosa fa allora Federfarma? Paradossalmente
allaccia un dialogo con l'Aduc, un'associazione di
consumatori, che vuole presentare un emendamento al decreto
per eliminare l'obbligo della presenza del farmacista.
L'idea è stata recepita da Donatella Poretti, della
Rosa del pugno, e non dispiace a Forza Italia.
Apparentemente, è un'ulteriore evoluzione liberista.
Tuttavia, nasconde due insidie: anzitutto, non uscirebbero
più dalla farmacia tutti i farmaci da banco, ma solo quelli
che già ora possono essere reclamizzati (i cosiddetti
"OTC"). Inoltre, cancellando il miraggio del
farmacista della Coop, o dell'Esselunga, si
cristallizzerebbe la situazione. Le farmacie perderebbero
una fettina del mercato ma non si scioglierebbero gli
equilibri attuali. Probabilmente sono d'accordo gli
stessi supermercati, che si vedrebbero sgravati del costo
del commesso in camice bianco )....Col decreto Bersani, se
non altro si mette un po' di pressione, sulle spalle
della corporazione. La strada è lunga: lo hanno sostenuto
ieri i "Liberi farmacisti" che, con risorse
drasticamente inferiori a quelle dei loro oppositori, hanno
provato ad esser presenti nelle piazze (ad esempio in
piazza Duomo, a Milano).Ci hanno ricordato una realtà
banale: la farmacia non è un cognome. Bisognerebbe poterla
aprire, non solo ereditarla. Per avere farmaci che costano
meno, certo. Ma anche per essere un Paese un po' più
giusto".) Chiederemo al deputato Donatella Poretti
e all' ADUC di rimediare alla "dimenticanza"
proponendole di sostenere un referendum popolare per
l'abolizione della Pianta Organica delle Farmacie.
15 agosto 2007 0:00 - Antonio
Non capisco! Ma perchè da noi prendiamo sempre e solo
i cattivi esempi e non i buoni? O meglio. se copiamo ad
altri paesi applichiamo solo quello che, negativamente, ci
interessa. L'America (USA-Canada) hanno le farmacie
nei supermercati (tutti) con tanto di farmacista per
assolvere alle prescrizioni (DEL MEDICO) e il banco con
l'aspirina & C. La farmacia, per contro, può
vendere di tutto. Dagli elettrodomestici ai giornali.
Qual'è il problema? Altra cosa non importante ma
importantissima. Perchè non si permette anche in Italia,
come l'America del nord, di dare la giusta dose e
prescrizione dei farmaci anzichè farci acquistare valeige e
bottiglie di farmaci? Questi sono i veri
risparmi!!!!!!!!! L'utente finale (paziente)
potrebbe finalmente non preoccuparsi più degli orari e
farmacie più vicine. E ancora. Si produrrebbero posti
di lavoro per quei ragazzi/e che si sono laureati in
farmacia e non hanno un paparino già possessore di
farmacia. Tanto per saltare da palo in frasca. Perchè
non si comincia anche a parlare della Lobby notarile?
15 agosto 2007 0:00 - Antonio di Gennaro
Sono d'accordo su tutto ed invito anche i farmacisti
intervenuti, pur condividendo le loro motivazioni a favore
di una liberalizzazione della professione, ad essere meno
corporativi! Perchè i decongestionanti nasali debbo
comprarli solo nelle farmacie? qual è il motivo? Perchè
non so il prezzo praticato per vendere un farmaco da banco o
senza obbligo di ricetta "prima" di effettuare
l'acquisto? Non ho mai capito se gli sconti applicati
sono per tutti o ad personam, ad esempio. Perché non
c'è obbligo ad esporre a vista nelle farmacie un
cartello col prezzo di vendita dei medicinali di tali
categorie? C'è ancora molta e troppa furbizia e
malafede. Una titolare di farmacia nella mia città per la
Rinazina , prima m'ha chiesto il prezzo massimo indicato
sulla confezione, poi dietro mia sollecitazione, m'ha
tolto 50 centesimi!Non va....
3 luglio 2007 0:00 - Francesco
Per Maria, farmacista non titolare.
Il vero
problema è proprio quello al quale tu hai fatto
riferimento. Se ogni farmacista potesse aprire bottega
dove gli pare, il problema dei supermercati sarebbe superato
a pié pari.
3 luglio 2007 0:00 - Maria, farmacista non titolare
Leggendo i vari commenti mi sono accorta subito della
scarsissima conoscenza dell´argomento
"liberalizzazione" in Europa e soprattutto in
Germania,paese in cui esercita attualmente. In Germania la
liberalizzazione dei farmaci non e´ancora una realta´di
fatto, C`e' in atto un´aspra lotta tra le camere dei
farmacisti dei vari Bundeslaendern e il colosso economico,
rappresentato dalla societa`Doc Morris. Non appena i primi
farmaci da banco qualche mese fa hanno fatto capolino sui
banchi dei supermercati solo in un Bundesland in tutta la
Germania,c`e' stato un repentino blocco a livello
giuridico di tale esercizio di vendita. La partita e`ancora
tutta da disputare.A titolo infomativo:in Germania non
troverete ancora nessun farmaco nei supermercati!Nella
farmacia presso cui lavoro un pacco di preservativi da 10
costa 6,10 euro( Non vedo poi tutto questo gran
risparmio)!Secondo me piuttosto che liberalizzare i
farmaci,trasformando cosi´un monopolio di casta in
monopolio capitalistico(si cambia solo la faccia e il nome
degli oligarchi ma in sostanza non cambiera´niente),si
dovrebbero cambiare le normative che regolano e proteggono i
titolari delle farmacie: abolire i rispettivi parametri
demografico e di distanza per l`apertura delle farmacie(sono
questi i benefici di cui godono i signori farmacisti
titolari a discapito dei consumatori),sostenere con
ingentivi economoci i giovani non titolari che vogliono
cimentarsi in un´attivita`propria e svalutare il costo
delle farmacie...
19 giugno 2007 0:00 - ANGELO
è tutto un magna magna
10 giugno 2007 0:00 - Marco
Sono d'accordo per l'acquisto dei farmaci presso
supermercati ed ipermercati purchè si tratti di vera
liberalizzazione. In Italia ad oggi, invocando la
liberalizzazione abbiamo assistito di fatto al passaggio da
un monopolio statale ad un monopolio privato. Gradirei
perciò assistere ad una liberalizzazione seria e non
un'altra farsa da teatrino. Le premesse di questa
fantomatica liberalizzazione non sono, come al solito,
trasparenti. Chi dovrebbe vendere per esempio i farmaci da
banco? Solo le Coop? E tutti gli altri no? E ancora: Perchè
solo la figura del farmacista tutor presso i supermercati e
non invece la figura di un medico che in quanto a
professionalità e conoscenza diretta degli effetti
collaterali riuscirebbe a fornire il prodotto giusto alla
persona giusta? Si supererebbe così anche il problema della
prescrizione su ricetta. E' vero che in Italia si
preferisce chiedere al farmacista piuttosto che al medico di
fiducia la medicina per quel tal problema, trattasi di
arretratezza culturale ancorata ad una vecchia abitudine
peraltro disallineata con le nuove metodologie di cura.
Ancora una volta si preferisce insomma il profitto
all'etica professionale, l'ipocrisia alla corretta
informazione. A questo punto visto che si è fatto 30
facciamo 31, facciamo come negli USA. Niente farmacista nei
supermercati, il cliente compra solo se ben informato dal
suo medico di fiducia, da riviste specializzate, dalla
conoscenza diretta del farmaco. Che si vendano però i
farmaci anche negli autogrill, nelle edicole, nei bar, nel
negozio di alimentari e finanche nei tabaccai in fondo
questi ultimi già non vendono forse nicotina, che è un
farmaco di sintesi? Vi abbraccio tutti, affettuosamente
12 febbraio 2007 0:00 - Rosaria farmacista da 12 anni
Piuttosto che rendere libero il mercato dei farmaci, perchè
non si permette a noi, farmacisti non titolari, di svolgere
in proprio l'attività per cui abbiamo studiato, come
avviene per tutte, o quasi tutte, le lauree?
11 febbraio 2007 0:00 - Cinzia Racca
Ritiro tutto:sono scema!Ho trovato la petizione e l'ho
firmata e fatta firmare!
11 febbraio 2007 0:00 - Cinzia Racca
Come diavolo faccio a firmare la petizione????Sul sito non
ho trovato il posto per la firma!
20 dicembre 2006 0:00 - Roberto
Una recente novita'dal Decreto Bersani:
20
novembre 2006
La Circolare Ministeriale a
firma del Ministro Livia Turco del 3 ottobre scorso precisa
l'area di applicazione del Decreto Legge 223 del 4
luglio, più noto come "Decreto Legge Bersani". In
particolare il Ministro precisa che anche i prodotti
omeopatici possono essere venduti negli esercizi commerciali
previsti dall'art. 5 del suddetto Decreto, quando sono
classificati come medicinali vendibili senza presentazione
di ricetta medica. La Circolare quindi apre alla vendita dei
prodotti omeopatici al di fuori della farmacia,
essenzialmente cioè nei supermercati.
CHE NE
PENSATE? CHE NE PENSI SABRINA?
20 dicembre 2006 0:00 - Francesco
Per farmacista.
A me interessa soltanto che il
prezzo dei farmaci sia diminuito. Se ha dovuto rinunciare a
qualcosa il produttore, il distributore intermedio o il
farmacista poco mi importa. Se c'è da fare una guerra,
fatevela tra voi.
20 dicembre 2006 0:00 - farmacista
per Francesco,luminare di economia
tu fai i conti
in tasca agli altri senza renderti conto che il giro di
affari è una cosa,il guadagno netto finale(togli spese e
tasse) è tutt'altra cosa.E le cifre che spari sono
inventate
se poi fossi così gentile da
rinfrescarmi la memoria sui provvedimenti Storace,magari ti
rispondo.Se intendi lo sconto facoltativo i prezzi intermedi
non sono diminuiti,ciò che diminuisce è solo il ricavo.
20 dicembre 2006 0:00 - Francesco
Per farmacista, esperto di economia.
Il prezzo di
acquisto è solo una componente del prezzo finale. Senza
scomodare il decreto Bersani, farmacista non ricorda che per
effetto dei provvedimenti-Storace il prezzo di alcuni
farmaci era diminuito? Erano forse ribassati i prezzi di
acquisto?
Comunque il problema non riguarda Durex
ed affini. Senza andare in Germania, possiamo sempre
acquistarli nei supermercati, i quali ci spellano
ugualmente, ma meno dei farmacisti. Sarebbe giusto,
invece, cominciare ad eliminare i sussidi per le farmacie
rurali, che non sono cosa di poco conto. La regione
Marche provvede al riguardo con una legge di questo tipo
(analoga a quella delle altre regioni): "Art.
2 1. Il comma 1 dell'articolo 2 della l.r. 23/1988
così come sostituito dal comma 2 dell'articolo 48 della
l.r. 12/1998, è sostituito dal seguente: "1. A
decorrere dal 1o gennaio 2005, ai titolari, direttori
responsabili e gestori provvisori delle farmacie individuate
ai sensi dell'articolo 1 spetta un contributo aggiuntivo
diversificato in relazione al volume d'affari dichiarato
nell'anno precedente ai fini dell'imposta sul valore
aggiunto nella misura seguente: a) euro 13.000,00
all'anno, se il volume d'affari non supera euro
150.000,00; b) l'importo annuo di cui alla lettera
a) diminuito di euro 100,00 per ogni euro 1.000,00 eccedenti
la somma di euro 150.000,00, se il volume d'affari è
compreso tra euro 150.000,00 e euro 270.000,00.".
Per la regione Marche (e per tutte le altre) i farmacisti
che incassano meno di 270.000 euro (più di mezzo miliardo
di vecchie lire) sono soggetti che vanno aiutati. Per non
farli morire disperati con un reddito netto che oscilla tra
i 7.000 ed i 10.000 euro al mese noi cittadini dobbiamo
farci carico di un aiutino per lorsignori, che senza
Mercedes o BMW non riescono proprio a muoversi.
20 dicembre 2006 0:00 - farmacista
prima di tutto Rosario,meglio che scrivi in minuscolo,sai
quelli che urlano potrebbero dare fastidio. Forma a
parte,passiamo alla sostanza.Tu porti alcuni esempi di
differenze notevoli tra una nazione e l'altra di prezzi
di alcuni prodotti.Io potrei fare altrettabto,dicendoti che
in Italia certi prodotti costano molto meno che
all'estero;e non ne verremmo mai a capo.Ciò che
determina il prezzo finale è il prezzo di
acquisto.Evidentemente in Germania il prezzo intermedio dei
prodotti da te citati è molto inferiore rispetto
all'Italia.Io non potrei mai vendere quei prodotti a
quei prezzi,perchè andrei in perdita pesantissima.Perciò
se non sei contento dei prezzi in Italia,puoi sempre fare
una trasferta in Germania e comprarti i Durex a 2 euro.
Per il resto fai solo trapelare la tua antipatia verso
coloro che chiami casta,ovvero ciò che non siamo.Ma pensala
un po' come vuoi...
20 dicembre 2006 0:00 - Francesco
Per ettodp.
Quanto sei candido, ettodp!
Per te qualcuno "si sta arricchendo sulle spalle
del consumatore e del farmacista", "ci si fa la
solita guerra tra poveri ma alla fine chi se ne avvantaggia
sono le grandi imprese ... a discapito di chi abita una
nazione", "siamo appagati nel continuare a
rimpinguare le tasche di persone che non conosciamo, che
vivono dall'altra parte del mondo", "siamo
appagati nel vedere esercenti a cui abbiamo dato fiducia
chiudere bottega su bottega". Caro ettodp, dicci
da quanti decennni manchi dal pianeta Terra. Non ho
visto ancora nessun farmacista agli angoli delle strade in
prossimità dei semafori con secchio e spazzolone, né mi
risulta che siano i farmacisti a riempire le mense della
Caritas ed a fare richieste di case popolari. Potrebbe
bastare ad illuminarti la risposta di ROSARIO, ma vorrei
aggiungere qualche altra considerazione. Non mi pare
che Roche, Astra-Zeneca, Merck, Essex e via discorrendo
siano imprese nazionali. I farmacisti fanno soldi vendendo i
loro prodotti e da molto tempo non sono più preparatori di
farmaci. Ciononostante i governi hanno riservato ad
essi un particolare trattamento di favore (anche a danno di
altri appartenenti alla medesima categoria) in nome di una
distribuzione delle farmacie che aveva un senso nel 1938 e
che a distanza di 70 anni è soltanto una protezione
ingiustificata di una categoria che non ha certo bisogno di
essere protetta. Ti domando: chi si sta arricchendo
"alle spalle del farmacista"? Se la tua
risposta è: "le Coop" vuol dire che sei cieco e
sordo e che hai molto interesse a dire quello che dici.
Siccome i farmaco serve per curarsi, se ci possiamo curare
CON LE STESSE MEDICINE rispiarmando il 20%, di che cosa ci
dobbiamo preoccupare? Vorrei ribadire un concetto
espresso altre volte: nessuno impedisce al farmacista di
vendere gli stessi prodotti che sono oggi venduti anche dai
supermercati. Quello che è cambiato è che nel limitato
settore dei farmaci da banco i farmacisti sono in
concorrenza con altri soggetti, concorrenza che sarà
estremamente limitata per il fatto che nei piccoli centri
non saranno molti ad avere convenienza a farla. La
verità è che i farmacisti volevano conservare il monopolio
e non sopportano il fatto che almeno per alcuni prodotti non
potranno più spennarci come hanno sempre fatto.