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7 agosto 2008 0:00 - LC
Piccola esperienza personale.
Qualche giorno or sono, mi trovavo, con la mia famiglia in vacanza in Cornovaglia, per l'esattezza a Falmouth.
Nel bel mezzo della vacanza, a mia moglie è insorta una feroce emicrania.
Ho girovagato un po', ma non ho trovato la farmacia,... ma in un supermercato TESCO ho rintracciato una confezione di ibuprofene della TESCO da circa 50 cent.
L'ho comprato e dopo l'assunzione del farmaco, a mia moglie l'emicrania è passata.
Cordiali saluti
P.S. Personalmente non riesco a vedere - come semplice consumatore - nessunissimo motivo per non liberalizzare la vendita dei farmaci SOP, OTC, classe C.
24 giugno 2008 0:00 - tootsie
Piuttosto che rendere libero il mercato dei farmaci, perchè non si permette ai farmacisti di fare consulenze ???

http://www.amoreepsiche.it
27 maggio 2008 0:00 - da NON CI STO'
per Alfonso.... Lei non ha capito un CAZZO di cio' che si discute.Se gia' nelle farmacie oggi e' un ''BORDELLO'' preciso, si figuri nelle parafarm. che possono campare quasi esclusivamente di ''CAZZATE''. mA ALMENO loro sono giustificati(le parafarm.).Se si vogliono abbassare i prezzi si tagli alla fonte.
25 maggio 2008 0:00 - alfonso scala lombardo
Favorevole, favorevole, favorevolissimo.
Occorre concorrenza e ancora concorrenza, e non solo riguardo alle farmacie. Quanto ai "consigli" che solo un professionista potrebbe assicurare, due piccioni con una fava, si avrebbe risparmio e si darebbe lavoro a tanti giovani laureati disoccupati, che professionisti sono, o no?
Al farmacista monopolista intendo dire che mentre nella sua bottega vende un pò di tutto, sul banco del farnmacista alternativo ci sarebbero solo farmaci c.d. da banco.
21 maggio 2008 0:00 - ''MA CHE CAVOLO DICI''
Per deregulation non intendevo questo che tu dici.Ho precisato il mio punto di vista gia' l'8 e il 9 maggio.Buon lavoro.
20 maggio 2008 0:00 - daniela robotti
di quale deregolamentazione parli visto che dopo un mese di apertura asl vigili e quant altro vengono a controllare scadenze ,temperatura ,conservazione ,domande e codice tracciabilità farmaco come e forse di più di ciò che succede in una farmacia convenzionata !ho solo doveri e nessun diritto ? voglio solo svolgere la mia professione in modo serio !
19 maggio 2008 0:00 - da ''ma che cavolo dici''
Per ROBOTTI:LE MIE considerazioni non erano volte a sminuire la competenza e l'affidabilita' di alcun collega.Mi permettevo solo di sottolineare la deriva essenzialmente commerciale che ancor piu' di oggi prenderebbe un sistema di completa deregolamentazione.
19 maggio 2008 0:00 - robotti daniela
sono una farmacista ! non sono cosi fortunata da aver ereditato una farmacia quindi ritengo ,dopo aver fatto la commessa per anni, di essermi guadagnata il diritto di poter esercitare la mia professione in una parafarmacia con la possibilità di dispensare, previo consiglio,sop otc e possibilmente quando sarà ,anche farmaci di fascia c .grazie
17 maggio 2008 0:00 - daniela robotti
sono pienamente daccordo sulla nascita di farmacie non convenzionate con a capo titolari laureati in farmacia d0ve ogni cittadino possa essere consigliato ed anche risparmiare un po !quindi ben vengano i farmaci di fascia C ,ma nell esercizio giusto !
9 maggio 2008 0:00 - da ''ma che cavolo dici''
Oggi il tuo farm. di ''fiducia''puo' essere ancora tale perche' puo' permetterselo economicamente.Che vuol dire?Vuol dire che se ti deve negare un farmaco che per lui non e' opportuno tu debba usare, oggi lo fara',un domani pur a rischio della tua salute (E DELLA SUA FEDINA PENALE),non potra' piu' farlo se ad ''ASPETTARTI'' fuori dalla sua farmacia, ci saranno altre decine di esercizi a poca distanza disposti a tutto pur di sopravvivere.In regime di libera concorrenza cio' e' assolutamente fisiologico.Grecia docet.I prezzi deve abbatterli lo stato,almeno quelli dei farmaci piu' importanti in classe c.D'altronde quando paga lui i prezzi sa bene amministrarli.SSN.IO voglio si concorrere con i miei colleghi, ma sul piano della professionalita'.NON c'e' piu' bisogno di questa per oggi fare il farmacista?OK aboliamo l'obligo di laurea.
8 maggio 2008 0:00 - VR
Personalmente ritengo che se si potessero aprire farmacie nuove senza tanti obblighi di distanze ecc ecc, il problema si risolverebbe da solo visto che le stesse farmacie si farebbero concorrenza. E poi ci sono già le parafarmacie per i farmaci da banco, dove comunque trovi gente competente che può consigliarti. Tra l'altro io credo che il consiglio del farmacista sia spesso indispensabile anche nella scelta del farmaco da banco, per questioni di dosaggi (es: 10 pillole da 500 mg per 10 giorni o 5 pillole da 1 gr. per 5 giorni?) Per esempio una persona che ha problemi di stomaco può chiedere consiglio su quale rimedio gli darà meno fastidi gastrici, o se ha una congiuntivite quale collirio usare (se porta le lenti a contatto o no, per esempio, fa differenza). Tra l'altro non si può sempre fare 2 ore di coda dal medico per certe cose che però può risolvere tranquillamente il farmacista, insomma... se mi viene l'herpes non vado mica dal dottore a chiedergli se è meglio lo zovirax o l'aciclovir!
Il problema è complesso soprattutto per la determinazione dei prezzi, io comunque continuerò ad affidarmi al farmacista di fiducia perchè il rischio di fare qualche cazzata è alto anche con i farmaci da banco, tenendo presente che comunque presentano delle controindicazioni che possono essere anche pericolose. (tanto per dirne un'altra i medicinali per i sintomi dell'influenza o del raffreddore che contengono pseudoefedrine). Per il resto sarei d'accordissimo se si potessero comprare solo le "tot" pillole che servono per la cura senza dover comprare una scatola magari da 20 cp; che poi te ne avanzano ma se devi ricominciare la cura devi comprarne un'altra scatola...
Comunque queste "liberalizzazioni", fatte in questo modo più che altro, puzzano di speculazione... magari mi sbaglio, mah.
8 maggio 2008 0:00 - da incazzato
Come.Concorrenza in base al prezzo,orari,distanze?Ma non si trattava di PROFESSIONE CON LAUREA OBLIGATORIA.O la concorrenza sulla competenza professionale, o aboliamo la laurea.Niente ipocrisie se e' questo che pensate.
8 maggio 2008 0:00 - da ''ma che cavolo dici''
Non entro nel discorso, del trattare i dipendenti come ''carne da macello''.Ma pongo al collega una domanda.SEgia' in una situazione di ''pianta organica''e esclusivita' dei farm. su ricetta medica,i vari titolari, fanno quello che vogliono fregandosene della legge,quando invece potrebbero permettersi economicamente di fare i professionisti..Come pensi che finirebbe in caso ti totale deregulation?Oggi chi vuole fare il professionista puo' ancora permetterselo, domani in ben altre situazioni NO.CHEpoi il farmacista corretto ci perda .... un sacco di clienti, questo va a suo onore e merito.
17 marzo 2008 0:00 - farmacista
Buongiorno a tutti,sono una farmacista reduce da un anno di lavoro passato in una grande farmacia dove si vendeva di tutto:dal sonnifero senza ricetta,alle scarpe,ai giochi per bambini,ai surgelati per celiaci,ai prodotti aproteici,ai pannoloni per incontinenti e ad una vasta gamma di prodotti omeopatici...alla scadenza del contratto il titolare(che già dall'inizio non mi aveva preso molto in simpatia perchè non davo anima e corpo alla farmacia avendo due figli piccoli)non me l'ha più rinnovato e devo ringraziare l'apertura delle parafarmacie nei grandi corner se ho la possibilità di continuare a lavorare...sono a favore della liberalizzazione,anzi auspico che passi la legge dei farmaci di fascia C perchè i titolari devono smetterla di trattare i collaboratori come carne da macello e soprattutto per dare vita ad una concorrenza che faccia abbassare i prezzi...sapete quanti laureati iscritti all'albo che pagano annualmente delle migliaia di euro di contributi sono a casa o lavorano saltuariamente?non ve ne potete fare un'idea...tutto perchè la farmacia è una casta chiusa e se il farmacista ha bisogno assume il minimo indispensabile o, se può ,fa tutto da solo per non pagare stipendi...e i giovani che hanno fatto tanta fatica a laurearsi stanno a casa per carenza di richiesta o cambiano addirittura mestiere!Non c'è possibilità di fare i mutui per aprirsi una propria attività..e questo non è giusto!W LE PARAFARMACIE!!!!!!!!!!!!!!
17 agosto 2007 0:00 - pietro marino
La Federazione degli esercizi farmaceutici (www.esercizifarmaceutici.it) ritiene pseudolibersta il Dl della Poretti poichè(aldilà delle dichiarazioni) non fa accenno alla liberalizzazione delle Farmacie e avrebbe il solo il merito se approvato di cristallizzare la situazione a tutto vantaggio di Fedefarma mettendo fuori gioco gli outsider -vedi articolo di Alberto Mingardi del 20 Luglio 2006 " Che cosa fa allora Federfarma? Paradossalmente allaccia un dialogo con l'Aduc, un'associazione di consumatori, che vuole presentare un emendamento al decreto per eliminare l'obbligo della presenza del farmacista. L'idea è stata recepita da Donatella Poretti, della Rosa del pugno, e non dispiace a Forza Italia. Apparentemente, è un'ulteriore evoluzione liberista. Tuttavia, nasconde due insidie: anzitutto, non uscirebbero più dalla farmacia tutti i farmaci da banco, ma solo quelli che già ora possono essere reclamizzati (i cosiddetti "OTC"). Inoltre, cancellando il miraggio del farmacista della Coop, o dell'Esselunga, si cristallizzerebbe la situazione. Le farmacie perderebbero una fettina del mercato ma non si scioglierebbero gli equilibri attuali. Probabilmente sono d'accordo gli stessi supermercati, che si vedrebbero sgravati del costo del commesso in camice bianco )....Col decreto Bersani, se non altro si mette un po' di pressione, sulle spalle della corporazione. La strada è lunga: lo hanno sostenuto ieri i "Liberi farmacisti" che, con risorse drasticamente inferiori a quelle dei loro oppositori, hanno provato ad esser presenti nelle piazze (ad esempio in piazza Duomo, a Milano).Ci hanno ricordato una realtà banale: la farmacia non è un cognome. Bisognerebbe poterla aprire, non solo ereditarla. Per avere farmaci che costano meno, certo. Ma anche per essere un Paese un po' più giusto".)
Chiederemo al deputato Donatella Poretti e all' ADUC di rimediare alla "dimenticanza" proponendole di sostenere un referendum popolare per l'abolizione della Pianta Organica delle Farmacie.
15 agosto 2007 0:00 - Antonio
Non capisco!
Ma perchè da noi prendiamo sempre e solo i cattivi esempi e non i buoni? O meglio. se copiamo ad altri paesi applichiamo solo quello che, negativamente, ci interessa.
L'America (USA-Canada) hanno le farmacie nei supermercati (tutti) con tanto di farmacista per assolvere alle prescrizioni (DEL MEDICO) e il banco con l'aspirina & C.
La farmacia, per contro, può vendere di tutto. Dagli elettrodomestici ai giornali. Qual'è il problema?
Altra cosa non importante ma importantissima. Perchè non si permette anche in Italia, come l'America del nord, di dare la giusta dose e prescrizione dei farmaci anzichè farci acquistare valeige e bottiglie di farmaci?
Questi sono i veri risparmi!!!!!!!!!
L'utente finale (paziente) potrebbe finalmente non preoccuparsi più degli orari e farmacie più vicine.
E ancora. Si produrrebbero posti di lavoro per quei ragazzi/e che si sono laureati in farmacia e non hanno un paparino già possessore di farmacia.
Tanto per saltare da palo in frasca. Perchè non si comincia anche a parlare della Lobby notarile?
15 agosto 2007 0:00 - Antonio di Gennaro
Sono d'accordo su tutto ed invito anche i farmacisti intervenuti, pur condividendo le loro motivazioni a favore di una liberalizzazione della professione, ad essere meno corporativi! Perchè i decongestionanti nasali debbo comprarli solo nelle farmacie? qual è il motivo? Perchè non so il prezzo praticato per vendere un farmaco da banco o senza obbligo di ricetta "prima" di effettuare l'acquisto? Non ho mai capito se gli sconti applicati sono per tutti o ad personam, ad esempio. Perché non c'è obbligo ad esporre a vista nelle farmacie
un cartello col prezzo di vendita dei medicinali di tali categorie? C'è ancora molta e troppa furbizia e malafede. Una titolare di farmacia nella mia città per la Rinazina , prima m'ha chiesto il prezzo massimo indicato sulla confezione, poi dietro mia sollecitazione, m'ha tolto 50 centesimi!Non va....
3 luglio 2007 0:00 - Francesco
Per Maria, farmacista non titolare.

Il vero problema è proprio quello al quale tu hai fatto riferimento.
Se ogni farmacista potesse aprire bottega dove gli pare, il problema dei supermercati sarebbe superato a pié pari.
3 luglio 2007 0:00 - Maria, farmacista non titolare
Leggendo i vari commenti mi sono accorta subito della scarsissima conoscenza dell´argomento "liberalizzazione" in Europa e soprattutto in Germania,paese in cui esercita attualmente. In Germania la liberalizzazione dei farmaci non e´ancora una realta´di fatto, C`e' in atto un´aspra lotta tra le camere dei farmacisti dei vari Bundeslaendern e il colosso economico, rappresentato dalla societa`Doc Morris. Non appena i primi farmaci da banco qualche mese fa hanno fatto capolino sui banchi dei supermercati solo in un Bundesland in tutta la Germania,c`e' stato un repentino blocco a livello giuridico di tale esercizio di vendita. La partita e`ancora tutta da disputare.A titolo infomativo:in Germania non troverete ancora nessun farmaco nei supermercati!Nella farmacia presso cui lavoro un pacco di preservativi da 10 costa 6,10 euro( Non vedo poi tutto questo gran risparmio)!Secondo me piuttosto che liberalizzare i farmaci,trasformando cosi´un monopolio di casta in monopolio capitalistico(si cambia solo la faccia e il nome degli oligarchi ma in sostanza non cambiera´niente),si dovrebbero cambiare le normative che regolano e proteggono i titolari delle farmacie: abolire i rispettivi parametri demografico e di distanza per l`apertura delle farmacie(sono questi i benefici di cui godono i signori farmacisti titolari a discapito dei consumatori),sostenere con ingentivi economoci i giovani non titolari che vogliono cimentarsi in un´attivita`propria e svalutare il costo delle farmacie...
19 giugno 2007 0:00 - ANGELO
è tutto un magna magna
10 giugno 2007 0:00 - Marco
Sono d'accordo per l'acquisto dei farmaci presso supermercati ed ipermercati purchè si tratti di vera liberalizzazione. In Italia ad oggi, invocando la liberalizzazione abbiamo assistito di fatto al passaggio da un monopolio statale ad un monopolio privato. Gradirei perciò assistere ad una liberalizzazione seria e non un'altra farsa da teatrino. Le premesse di questa fantomatica liberalizzazione non sono, come al solito, trasparenti. Chi dovrebbe vendere per esempio i farmaci da banco? Solo le Coop? E tutti gli altri no? E ancora: Perchè solo la figura del farmacista tutor presso i supermercati e non invece la figura di un medico che in quanto a professionalità e conoscenza diretta degli effetti collaterali riuscirebbe a fornire il prodotto giusto alla persona giusta? Si supererebbe così anche il problema della prescrizione su ricetta. E' vero che in Italia si preferisce chiedere al farmacista piuttosto che al medico di fiducia la medicina per quel tal problema, trattasi di arretratezza culturale ancorata ad una vecchia abitudine peraltro disallineata con le nuove metodologie di cura. Ancora una volta si preferisce insomma il profitto all'etica professionale, l'ipocrisia alla corretta informazione. A questo punto visto che si è fatto 30 facciamo 31, facciamo come negli USA. Niente farmacista nei supermercati, il cliente compra solo se ben informato dal suo medico di fiducia, da riviste specializzate, dalla conoscenza diretta del farmaco. Che si vendano però i farmaci anche negli autogrill, nelle edicole, nei bar, nel negozio di alimentari e finanche nei tabaccai in fondo questi ultimi già non vendono forse nicotina, che è un farmaco di sintesi?
Vi abbraccio tutti, affettuosamente
12 febbraio 2007 0:00 - Rosaria farmacista da 12 anni
Piuttosto che rendere libero il mercato dei farmaci, perchè non si permette a noi, farmacisti non titolari, di svolgere in proprio l'attività per cui abbiamo studiato, come avviene per tutte, o quasi tutte, le lauree?
11 febbraio 2007 0:00 - Cinzia Racca
Ritiro tutto:sono scema!Ho trovato la petizione e l'ho firmata e fatta firmare!
11 febbraio 2007 0:00 - Cinzia Racca
Come diavolo faccio a firmare la petizione????Sul sito non ho trovato il posto per la firma!
20 dicembre 2006 0:00 - Roberto
Una recente novita'dal Decreto Bersani:

20 novembre 2006


La Circolare Ministeriale a firma del Ministro Livia Turco del 3 ottobre scorso precisa l'area di applicazione del Decreto Legge 223 del 4 luglio, più noto come "Decreto Legge Bersani". In particolare il Ministro precisa che anche i prodotti omeopatici possono essere venduti negli esercizi commerciali previsti dall'art. 5 del suddetto Decreto, quando sono classificati come medicinali vendibili senza presentazione di ricetta medica. La Circolare quindi apre alla vendita dei prodotti omeopatici al di fuori della farmacia, essenzialmente cioè nei supermercati.

CHE NE PENSATE? CHE NE PENSI SABRINA?
20 dicembre 2006 0:00 - Francesco
Per farmacista.

A me interessa soltanto che il prezzo dei farmaci sia diminuito. Se ha dovuto rinunciare a qualcosa il produttore, il distributore intermedio o il farmacista poco mi importa. Se c'è da fare una guerra, fatevela tra voi.
20 dicembre 2006 0:00 - farmacista
per Francesco,luminare di economia

tu fai i conti in tasca agli altri senza renderti conto che il giro di affari è una cosa,il guadagno netto finale(togli spese e tasse) è tutt'altra cosa.E le cifre che spari sono inventate

se poi fossi così gentile da rinfrescarmi la memoria sui provvedimenti Storace,magari ti rispondo.Se intendi lo sconto facoltativo i prezzi intermedi non sono diminuiti,ciò che diminuisce è solo il ricavo.
20 dicembre 2006 0:00 - Francesco
Per farmacista, esperto di economia.

Il prezzo di acquisto è solo una componente del prezzo finale. Senza scomodare il decreto Bersani, farmacista non ricorda che per effetto dei provvedimenti-Storace il prezzo di alcuni farmaci era diminuito? Erano forse ribassati i prezzi di acquisto?

Comunque il problema non riguarda Durex ed affini. Senza andare in Germania, possiamo sempre acquistarli nei supermercati, i quali ci spellano ugualmente, ma meno dei farmacisti.
Sarebbe giusto, invece, cominciare ad eliminare i sussidi per le farmacie rurali, che non sono cosa di poco conto.
La regione Marche provvede al riguardo con una legge di questo tipo (analoga a quella delle altre regioni):
"Art. 2
1. Il comma 1 dell'articolo 2 della l.r. 23/1988 così come sostituito dal comma 2 dell'articolo 48 della l.r. 12/1998, è sostituito dal seguente:
"1. A decorrere dal 1o gennaio 2005, ai titolari, direttori responsabili e gestori provvisori delle farmacie individuate ai sensi dell'articolo 1 spetta un contributo aggiuntivo diversificato in relazione al volume d'affari dichiarato nell'anno precedente ai fini dell'imposta sul valore aggiunto nella misura seguente:
a) euro 13.000,00 all'anno, se il volume d'affari non supera euro 150.000,00;
b) l'importo annuo di cui alla lettera a) diminuito di euro 100,00 per ogni euro 1.000,00 eccedenti la somma di euro 150.000,00, se il volume d'affari è compreso tra euro 150.000,00 e euro 270.000,00.".
Per la regione Marche (e per tutte le altre) i farmacisti che incassano meno di 270.000 euro (più di mezzo miliardo di vecchie lire) sono soggetti che vanno aiutati. Per non farli morire disperati con un reddito netto che oscilla tra i 7.000 ed i 10.000 euro al mese noi cittadini dobbiamo farci carico di un aiutino per lorsignori, che senza Mercedes o BMW non riescono proprio a muoversi.
20 dicembre 2006 0:00 - farmacista
prima di tutto Rosario,meglio che scrivi in minuscolo,sai quelli che urlano potrebbero dare fastidio.
Forma a parte,passiamo alla sostanza.Tu porti alcuni esempi di differenze notevoli tra una nazione e l'altra di prezzi di alcuni prodotti.Io potrei fare altrettabto,dicendoti che in Italia certi prodotti costano molto meno che all'estero;e non ne verremmo mai a capo.Ciò che determina il prezzo finale è il prezzo di acquisto.Evidentemente in Germania il prezzo intermedio dei prodotti da te citati è molto inferiore rispetto all'Italia.Io non potrei mai vendere quei prodotti a quei prezzi,perchè andrei in perdita pesantissima.Perciò se non sei contento dei prezzi in Italia,puoi sempre fare una trasferta in Germania e comprarti i Durex a 2 euro.
Per il resto fai solo trapelare la tua antipatia verso coloro che chiami casta,ovvero ciò che non siamo.Ma pensala un po' come vuoi...
20 dicembre 2006 0:00 - Francesco
Per ettodp.

Quanto sei candido, ettodp!

Per te qualcuno "si sta arricchendo sulle spalle del consumatore e del farmacista", "ci si fa la solita guerra tra poveri ma alla fine chi se ne avvantaggia sono le grandi imprese ... a discapito di chi abita una nazione", "siamo appagati nel continuare a rimpinguare le tasche di persone che non conosciamo, che vivono dall'altra parte del mondo", "siamo appagati nel vedere esercenti a cui abbiamo dato fiducia chiudere bottega su bottega".
Caro ettodp, dicci da quanti decennni manchi dal pianeta Terra.
Non ho visto ancora nessun farmacista agli angoli delle strade in prossimità dei semafori con secchio e spazzolone, né mi risulta che siano i farmacisti a riempire le mense della Caritas ed a fare richieste di case popolari.
Potrebbe bastare ad illuminarti la risposta di ROSARIO, ma vorrei aggiungere qualche altra considerazione.
Non mi pare che Roche, Astra-Zeneca, Merck, Essex e via discorrendo siano imprese nazionali. I farmacisti fanno soldi vendendo i loro prodotti e da molto tempo non sono più preparatori di farmaci.
Ciononostante i governi hanno riservato ad essi un particolare trattamento di favore (anche a danno di altri appartenenti alla medesima categoria) in nome di una distribuzione delle farmacie che aveva un senso nel 1938 e che a distanza di 70 anni è soltanto una protezione ingiustificata di una categoria che non ha certo bisogno di essere protetta.
Ti domando: chi si sta arricchendo "alle spalle del farmacista"?
Se la tua risposta è: "le Coop" vuol dire che sei cieco e sordo e che hai molto interesse a dire quello che dici.
Siccome i farmaco serve per curarsi, se ci possiamo curare CON LE STESSE MEDICINE rispiarmando il 20%, di che cosa ci dobbiamo preoccupare?
Vorrei ribadire un concetto espresso altre volte: nessuno impedisce al farmacista di vendere gli stessi prodotti che sono oggi venduti anche dai supermercati. Quello che è cambiato è che nel limitato settore dei farmaci da banco i farmacisti sono in concorrenza con altri soggetti, concorrenza che sarà estremamente limitata per il fatto che nei piccoli centri non saranno molti ad avere convenienza a farla.
La verità è che i farmacisti volevano conservare il monopolio e non sopportano il fatto che almeno per alcuni prodotti non potranno più spennarci come hanno sempre fatto.
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