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RSA: IN ARRIVO IL DDL DEL GOVERNO MA CHI PAGA LE RETTE? ATTENZIONE AI SOGGETTI DEBOLI. INTERROGAZIONE A FERRERO
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7 novembre 2007 0:00
 

Firenze, 7 Novembre 2007.
Intervento dell'on Donatella Poretti parlamentare radicale della Rosa nel Pugno, segretaria della Commissione Affari Sociali.
Il ministro per la Solidarieta' Sociale ha oggi risposto ad una mia interrogazione in XII commissione che chiedeva chiarimenti su un disegno di legge del ministero che affronta, tra l'altro, l'argomento delle Rette di permanenza nelle residenze sanitarie assistenziale (RSA). Secondo la vigente normativa la spesa relativa al loro pagamento per soggetti con handicap permanente grave o ultra-sessantacinquenni non autosufficienti e' ripartita per il 50% a carico del S.S.N. (Servizio Sanitario Nazionale) e per il restante 50% a carico dei Comuni, con l'eventuale compartecipazione dell'utente secondo i regolamenti regionali o comunali. Di fatto e come piu' volte segnalato anche dall'Aduc (associazione per i diritti degli utenti e consumatori), numerose famiglie che devono far soggiornare un proprio congiunto in una RSA, sono costrette illegittimamente a pagare l'intera spesa richiesta o a vedersi negato il rimborso di quanto indebitamente pagato nonostante la legge 328/2000 preveda che i Comuni possano chiedere un contributo percentuale secondo i parametri ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) riferiti alla "situazione economica del solo assistito". I Comuni, al contrario, richiedono il pagamento dell'intero 50% della retta, che per legge dovrebbe essere da loro pagata, giustificandosi con i motivi piu' assurdi, come l'assenza dei regolamenti comunali finalizzati ad individuare la situazione economica dell'assistito o la mancata adozione di un d.p.c.m. (decreto del Presidente del Consiglio dei ministri) finalizzato ad "evidenziare la situazione economica del solo assistito".

Gia' in risposta ad una mia precedente interrogazione (atto camera n. 5-00952) (1) il ministro aveva preannunciato un disegno di legge che avrebbe disciplinato la materia senza incorrere piu' in dubbi interpretativi e oggi lo ha confermato. Se, infatti esistono sentenze del Tar e della Cassazione a favore della compartecipazione al pagamento della retta con riferimento al reddito del solo assistito, ne esistono altre che dichiarano il contrario. E' quindi piu' che opportuno che si affronti il problema con una legge che prenda una posizione univoca su questo tema. Dichiarandomi parzialmente soddisfatta della risposta, ho ribadito che la direzione che il ddl dovrebbe prendere e' del pagamento delle rette in considerazione del reddito del solo assistito e non, come previsto nel ddl, facendo calcoli che potrebbero chiamare in causa anche quelli dei familiari di primo grado. Un provvedimento del genere potrebbe facilmente mettere in difficolta' i soggetto deboli, gli assistiti, rispetto alla burocrazia dei comuni e delle ASL. Coloro che ricorrono alle RSA non sono mai cosi' benestanti, altrimenti se ne andrebbero nelle strutture private.

(1) clicca qui

il testo dell'interrogazione: clicca qui
 
 
 
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