testata ADUC
LIBERTA' DI COGNOME AL FIGLIO. APPROVARE SUBITO LA LEGGE PER BLOCCARE L'ATTUALE STRAGE DI LEGALITA'
Scarica e stampa il PDF
Notizia 
15 luglio 2006 0:00
 

Intervento dell'on. Donatella Poretti, deputata della Rosa nel Pugno

Firenze, 15 Luglio 2006
La sentenza 16093 della Cassazione, ha respinto la richiesta di due genitori per aggiungere il cognome della madre a quello del padre, ma ha precisato che "dare ai figli solo il cognome paterno e' retaggio di una concezione patriarcale da superare, e' auspicabile un intervento del legislatore". E si e' allineata ad altrettanta sentenza della Corte Costituzionale (61 del 16 febbraio scorso) che ha parlato di retaggio di una tramontata potesta' patriarcale ma che non e' possibile dichiarare illegittima una legge che solo il Parlamento puo' cambiare. Dovrei gioire a pronunce del genere? Non tanto, perche' quando un potere dello Stato -quello giudiziario- si mette a consigliare a un altro potere -quello politico- cosa dovrebbe fare, i principi fondanti del nostro ordinamento ne sono minacciati.
E mi viene in mente un'altra sentenza della Corte Costituzionale, peggiore di queste: la 27/2005 in cui la Corte sentenzio', rispetto alla patente a punti, che questi ultimi potevano non essere sottratti se il multato comunicava entro 30 giorni dalla notifica del verbale di infrazione chi fosse alla guida, e pagava una sanzione suppletiva. Cioe' la Corte si era sostituita al legislatore indicando quali e come dovevano essere le norme da modificare.
Nel nostro caso, Cassazione e Corte Costituzionale si sono "limitate" ad auspicare, ma la sostanza non cambia.
Perche' succede questo? Soprattutto perche' il nostro legislatore e' permanentemente indietro rispetto al Paese e, prima di muoversi per modificare delle leggi, non gli bastano neanche i cannoni delle maggiori corti.
In Italia non vige la "common law", per cui un eventuale sentenza diventa diritto, ma si sta sempre di piu' affermando lo strabordamento dei poteri, fino alla supremazia della discrezione del potere amministrativo. Cioe' viene sempre a mancare la certezza del diritto. Mia figlia, per esempio, e' stata riconosciuta successivamente dal padre dopo alcuni mesi dalla nascita perche', volendo conferirle il cognome di entrambi i genitori, era l'unica prassi possibile altrimenti avrebbe avuto solo il cognome del padre: un procedimento amministrativo che dal Comune e' finito al Tribunale dei Minorenni e, in deroga alla legge, dovrebbe, nel giro di un anno, darle i due cognomi. La prassi in deroga che diventa norma. La stessa prassi che, ad un bambino nato in Usa da padre italiano, e che in quel Paese ha il cognome paterno e materno, nella trasmissione degli atti dal consolato italiano all'anagrafe sempre italiana, vede decadere il cognome materno.
Continuiamo a farci male? In collaborazione con l'Aduc (associazione per i diritti degli utenti e consumatori) ho depositato una proposta di legge in merito (clicca qui) che dovrebbe fare piazza pulita delle attuali assurde norme. Ma perche' non comincia la discussione nei luoghi deputati? Il Parlamento e il Governo (a cui rivolgero' nei prossimi giorni una specifica interrogazione) intendono continuare ad avvallare questa commistione di poteri e strage di legalita'?
 
 
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS