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MONOPOLIO DEL PLASMA, LE LIBERALIZZAZIONI NON ATTUATE
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Notizia 
4 ottobre 2006 0:00
 
intervento dell'on. Donatella Poretti della Rosa nel Pugno

Firenze, 4 Ottobre 2006
Nonostante la legge 219/2005 che liberalizzava il settore della trasformazione e lavorazione del sangue, di fatto ad un anno di distanza e' ancora tutto fermo. Un monopolio anacronistico visto che aziende farmaceutiche gia' operanti a livello europeo chiedono di entrare nel mercato italiano. La legge le autorizza, ma e' ancora mancante un decreto attuativo per rendere operativa sia la Consulta tecnica permanente per il sistema trasfusionale, sia il Centro nazionale sangue, strutture che il ministro della Salute doveva interpellare -unitamente alla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano- per individuare tra i centri e le aziende di frazionamento e di produzione di emoderivati quelli autorizzati alla stipula delle convenzioni con le regioni.
Il sottosegretario alla Salute Serafino Zucchelli rispondendomi ad una interrogazione sulla stessa legge in cui sollecitavo l'emanazione del decreto, in particolare per la possibilita' dell'istituzione di una rete nazionale di banche per la conservazione di cordoni ombelicali a fini di trapianto, ha specificato come i termini di quegli atti attuativi sono di natura "ordinatoria", percio' puramente indicativi... mentre ha accennato ad un lavoro in corso con tavoli istituzionali per arrivare alla costituzione della Consulta tecnica permanente e che solo successivamente potra' essere costituito il Centro nazionale sangue (clicca qui.
I tempi burocratici, di cui non si riesce a intravedere l'approdo, non hanno alcuna giustificazione a fronte della possibilita' di fornire un servizio migliore come solo in regime non di monopolio si puo' avere, in particolare maggiori controlli e riduzioni di costi. Inutile, infatti, ricordare i problemi derivati da trasfusioni di sangue infetto.
Se come denunciato dal presidente dell'Avis alcune aziende nazionali e multinazionali hanno deciso di rivolgersi ai magistrati amministrativi per obbligare il ministero a emettere i decreti, pena la richiesta ai Tar regionali di nominare un commissario ad acta per far cessare una situazione di vero e proprio trust, non resta che sollecitare nuovamente il Governo ad accelerare i tempi senza frapporre ulteriori deroghe a scadenze gia' passate.
Un atto necessario anche per stroncare sul nascere qualsiasi possibile accusa di conflitto di interessi tra l'attuale azienda che in regime di monopolio gestisce la produzione di emoderivati, il gruppo Marcucci, e la presenza di persone della stessa famiglia sia al Governo nazionale che nella precedente giunta della Regione Toscana.
 
 
 
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