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PARTO CON ANESTESIA EPIDURALE. BENE IL MINISTRO TURCO MA ASPETTIAMO I FATTI SOPRATTUTTO PER FAR FRONTE ALLE RIOTTOSITA' DELLE REGIONI
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Notizia 
23 maggio 2006 0:00
 

Dichiarazione dell'.on. Donatela Poretti (Rosa nel Pugno)

E' una bella notizia quella della disponibilita' del neo-ministro della Salute, Livia Turco, a far si' che l'anestesia epidurale sia garantita in tutte le strutture ospedaliere, evitando l'inutile dolore che caratterizza la maggior parte delle nascite.
E' bene, pero', aspettare il passaggio dalle parole ai fatti, perche' in materia se ne sono sentite talmente tante che la credibilita' e' suffragata solo dalle realizzazioni.
Chi applica la sanita' sono le singole regioni, e non e' detto che i comportamenti siano tanto in linea con le direttive nazionali. Questo lo dico a ragion veduta. Lo scorso 15 marzo ho partorito mia figlia in un ospedale fiorentino (Torregalli) in cui il ricorso a questa anestesia era garantito sulla carta, ma cosi' non e' stato. Un'indagine dell'Aduc (associazione diritti utenti e consumatori) dello scorso febbraio aveva rilevato come in Toscana, ufficialmente patria della buona sanita', il 54% delle strutture sanitarie non garantivano nemmeno questa anestesia, benche' il piano sanitario regionale lo stabilisse come un diritto. L'ospedale in cui ho partorito, pero', era tra quelli che lo garantivano, ma cosi' non e' stato: ne ho potuto usufruire solo perche' conoscevo un anestesista che, notte tempo e fuori del suo turno di lavoro, mi ha raggiunto e l'ha praticata, mentre le altre partorienti della stessa notte non ne hanno potuto usufruire perche' gli anestesisti di turno erano impegnati in operazioni di pronto soccorso: non essendoci stato uno straripamento dell'Arno si' da configurare un'emergenza particolare, mi sembra che, al contrario di quanto doveva essere, questo diritto era tutt'altro che garantito.
Aspettando questi fatti mi preme ricordare che e' fondamentale l'informazione. Fino ad oggi l'anestesia epidurale e' stata poco usata anche perche' non c'e' informazione sui benefici e l'assenza di pericoli che comporta (c'e' qualcuno che sconsiglierebbe l'anestesia dal dentista anche per una semplice otturazione?). Anzi, alle resistenze economiche da parte delle strutture sanitarie si e' anche aggiunta una propaganda che tende a valorizzare il dolore come guida per il parto (c'e' anche chi assimila questo dolore all'orgasmo...). Una situazione in cui il ministero della Salute dovra' intervenire in modo deciso per far si' che sia la donna -informata senza preconcetti ideologici ed economici- a decidere sul proprio dolore. Dichiarazione dell'.on. Donatela Poretti (Rosa nel Pugno)

E' una bella notizia quella della disponibilita' del neo-ministro della Salute, Livia Turco, a far si' che l'anestesia epidurale sia garantita in tutte le strutture ospedaliere, evitando l'inutile dolore che caratterizza la maggior parte delle nascite.
E' bene, pero', aspettare il passaggio dalle parole ai fatti, perche' in materia se ne sono sentite talmente tante che la credibilita' e' suffragata solo dalle realizzazioni.
Chi applica la sanita' sono le singole regioni, e non e' detto che i comportamenti siano tanto in linea con le direttive nazionali. Questo lo dico a ragion veduta. Lo scorso 15 marzo ho partorito mia figlia in un ospedale fiorentino (Torregalli) in cui il ricorso a questa anestesia era garantito sulla carta, ma cosi' non e' stato. Un'indagine dell'Aduc (associazione diritti utenti e consumatori) dello scorso febbraio aveva rilevato come in Toscana, ufficialmente patria della buona sanita', il 54% delle strutture sanitarie non garantivano nemmeno questa anestesia, benche' il piano sanitario regionale lo stabilisse come un diritto. L'ospedale in cui ho partorito, pero', era tra quelli che lo garantivano, ma cosi' non e' stato: ne ho potuto usufruire solo perche' conoscevo un anestesista che, notte tempo e fuori del suo turno di lavoro, mi ha raggiunto e l'ha praticata, mentre le altre partorienti della stessa notte non ne hanno potuto usufruire perche' gli anestesisti di turno erano impegnati in operazioni di pronto soccorso: non essendoci stato uno straripamento dell'Arno si' da configurare un'emergenza particolare, mi sembra che, al contrario di quanto doveva essere, questo diritto era tutt'altro che garantito.
Aspettando questi fatti mi preme ricordare che e' fondamentale l'informazione. Fino ad oggi l'anestesia epidurale e' stata poco usata anche perche' non c'e' informazione sui benefici e l'assenza di pericoli che comporta (c'e' qualcuno che sconsiglierebbe l'anestesia dal dentista anche per una semplice otturazione?). Anzi, alle resistenze economiche da parte delle strutture sanitarie si e' anche aggiunta una propaganda che tende a valorizzare il dolore come guida per il parto (c'e' anche chi assimila questo dolore all'orgasmo...). Una situazione in cui il ministero della Salute dovra' intervenire in modo deciso per far si' che sia la donna -informata senza preconcetti ideologici ed economici- a decidere sul proprio dolore. Dichiarazione dell'.on. Donatela Poretti (Rosa nel Pugno)

E' una bella notizia quella della disponibilita' del neo-ministro della Salute, Livia Turco, a far si' che l'anestesia epidurale sia garantita in tutte le strutture ospedaliere, evitando l'inutile dolore che caratterizza la maggior parte delle nascite.
E' bene, pero', aspettare il passaggio dalle parole ai fatti, perche' in materia se ne sono sentite talmente tante che la credibilita' e' suffragata solo dalle realizzazioni.
Chi applica la sanita' sono le singole regioni, e non e' detto che i comportamenti siano tanto in linea con le direttive nazionali. Questo lo dico a ragion veduta. Lo scorso 15 marzo ho partorito mia figlia in un ospedale fiorentino (Torregalli) in cui il ricorso a questa anestesia era garantito sulla carta, ma cosi' non e' stato. Un'indagine dell'Aduc (associazione diritti utenti e consumatori) dello scorso febbraio aveva rilevato come in Toscana, ufficialmente patria della buona sanita', il 54% delle strutture sanitarie non garantivano nemmeno questa anestesia, benche' il piano sanitario regionale lo stabilisse come un diritto. L'ospedale in cui ho partorito, pero', era tra quelli che lo garantivano, ma cosi' non e' stato: ne ho potuto usufruire solo perche' conoscevo un anestesista che, notte tempo e fuori del suo turno di lavoro, mi ha raggiunto e l'ha praticata, mentre le altre partorienti della stessa notte non ne hanno potuto usufruire perche' gli anestesisti di turno erano impegnati in operazioni di pronto soccorso: non essendoci stato uno straripamento dell'Arno si' da configurare un'emergenza particolare, mi sembra che, al contrario di quanto doveva essere, questo diritto era tutt'altro che garantito.
Aspettando questi fatti mi preme ricordare che e' fondamentale l'informazione. Fino ad oggi l'anestesia epidurale e' stata poco usata anche perche' non c'e' informazione sui benefici e l'assenza di pericoli che comporta (c'e' qualcuno che sconsiglierebbe l'anestesia dal dentista anche per una semplice otturazione?). Anzi, alle resistenze economiche da parte delle strutture sanitarie si e' anche aggiunta una propaganda che tende a valorizzare il dolore come guida per il parto (c'e' anche chi assimila questo dolore all'orgasmo...). Una situazione in cui il ministero della Salute dovra' intervenire in modo deciso per far si' che sia la donna -informata senza preconcetti ideologici ed economici- a decidere sul proprio dolore.
 
 
 
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