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 ITALIA - ITALIA - "STANZE DEL BUCO" E LEGGE FINI. BRAVO IL MINISTRO FERRERO. MA NON PERDIAMO TEMPO.... QUESTO SAREBBE SOLO UN PICCOLO PRIMO PASSO: CAMBIARE LE POLITICHE ONU
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Notizia 
12 giugno 2006 0:00
 

Dichiarazione dell'on. Donatella Poretti, deputata Rosa nel Pugno

Firenze, 12 giugno 2006. Il ministro della Solidarieta' Sociale, Paolo Ferrero, in una intervista a Radio Radicale si e' detto disponibile, oltre che ad apportare profonde modifiche alla legge Fini sulla droga, a prendere in considerazione la sperimentazione delle cosiddette "stanze del buco", cioe' luoghi in cui, sotto il controllo sanitario, i tossicodipendenti possono andare ad iniettarsi la loro sostanza.
Sulla legge Fini c'e' da mettere insieme le diverse anime che, facendo si' che poi ci siano i numeri per un cambiamento legislativo, trovino un accordo. Quindi non servono grandi fughe in avanti e, nel contempo, eccessive prudenze, ma solo obiettivi precisi e certi.
Per quanto mi riguarda l'obiettivo e' la legalizzazione di tutte le droghe, ma per arrivarci, convincendo anche i piu' riottosi dell'utilita' che se ne avrebbe non per una ideologia ma per il bene pubblico, occorre procedere con norme che, come nel caso nostro, pongano dei freni subito ai disastri in corso. Disastri -e' bene essere chiari- che sono stati solo aggravati dalla legge Fini, ma che erano in corso anche grazie alla legge precedente voluta da governi di centrosinistra.
E le cosiddette "stanze del buco" possono essere uno di questi rimedi immediati, Possibili anche senza particolari stravolgimenti legislativi, ma solo frutto di decisioni comunali e regionali in tema di emergenza sanitaria (vedi, per esempio, come si sta sviluppando la questione nella Regione Toscana dopo alcune precise proposte in merito). Per cui il testimone deve passare anche attraverso il ministero della Salute.
Ma per non fermarsi solo alle emergenze, occorre che il nostro Paese cambi politica in sede Onu, perche' siano riviste quelle convenzioni che oggi obbligano l'Italia a seguire il percorso punizionista. Soprattutto l'agenzia Onu ad hoc (Unodc) diretta dall'italiano Costa e finanziata con molti soldi del nostro Paese, dovrebbe cominciare a fare sperimentazioni che vadano oltre quella eradicazione delle piantagioni nei Paesi produttori che, fino ad oggi, ha solo portato a far spostare le stesse piantagioni e a moltiplicare l'offerta.
 
 
 
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