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CANONE/TASSA RAI: QUALI GLI APPARECCHI INTERESSATI? LE IMPRESE CON COLLEGAMENTO INTERNET EVADONO IL FISCO? INTERROGAZIONE
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Iniziativa 
12 novembre 2007 0:00
 

Interrogazione ai ministeri di Economia e Finanze e delle Comunicazioni presentata dai deputati radicali della Rosa nel Pugno Donatella Poretti e Bruno Mellano


Premesso che:

- il r.d.l. 21 febbraio 1938, n. 246 prevede all'articolo 1 quanto segue:
"Chiunque detenga uno o piu' apparecchi atti od adattabili alla ricezione delle radioaudizioni e' obbligato al pagamento del canone di abbonamento, giusta le norme di cui al presente decreto."
- in data 7 marzo, l'Aduc (Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori) ha condotto una indagine interpellando gli organi competenti per sapere nello specifico quali apparecchi sono soggetti al canone/tassa oltre il televisore: gli operatori di "Risponde-Rai" (numero a pagamento 199.123.000), il ministero delle Finanze, la Guardia di Finanza, l'Agenzia delle Entrate. Le risposte sono state varie e contraddittorie. Secondo alcuni operatori "Rispondi Rai", sono apparecchi "atti o adattabili" il televisore o un computer. Per altri, rientrano nella legge anche i seguenti apparecchi: televisione, videoregistratore, registratore dvd, computer (indipendentemente dalla presenza di una scheda tv o di una connessione Internet), videofonino, tvfonino, monitor di qualsiasi tipo anche in assenza di un computer, decoder, monitor del citofono, modem, navigatore satellitare, videocamera, macchina fotografica digitale. L'Agenzia delle Entrate non ha risposto alla domanda, invitando l'Aduc a rivolgersi agli operatori Rispondi-Rai gia' interpellati. Il ministero delle Finanze, Ufficio legislativo-finanze, non e' stato in grado di rispondere, cosi' come numerosi uffici e comandi della Guardia di Finanza, l'organo di polizia predisposto al controllo sul territorio. Su questo, e' stata depositata il 4 aprile 2007 una interrogazione ai ministeri di Economia e Finanze e delle Comunicazioni, a cui non e' stata ancora data risposta e su cui l'Aduc, per ottenere risposta, ha comunicato di essere prossima ad intraprendere uno sciopero della fame;
- in data 28 settembre, l'Aduc ha condotto una ulteriore indagine per capire quali apparecchi e le modalita' di pagamento della licenza temporanea di importazione per i turisti che giungono in Italia provvisti di videofonini, pc o apparecchi tv, prevista dall'articolo 14 del suddetto R.d.l.. Ancora una volta, le risposte delle autorita' competenti si sono rivelate di poco aiuto. Il servizio "Rispondi Rai" ha fornito risposte contraddittorie: per alcuni operatori, il turista con tv sull'auto o con videofonino in arrivo all'aeroporto deve pagare il canone per l'intero anno in cui e' effettuata la visita, anche se breve. Per altri, i turisti stranieri non devono pagare nulla. Per altri, se il canone e' gia' pagato da coloro che ospitano il turista (amici, albergo, etc.) non sara' necessario pagare, altrimenti si'. Infine, un operatore ha chiesto di chiamare "domani mattina";
L'Aduc ha anche contattato l'Agenzia delle Entrate, l'Ufficio del direttore dell'Agenzia delle Dogane, il direttore dell'Area gestione tributi e rapporto con gli utenti, ma nessuna risposta e' stata fornita, con l'invito a richiamare in futuro. Anche gli uffici doganali periferici di Pontechiasso (Como) e Roma Fiumicino, deputati alla riscossione di tale tributo, non hanno saputo rispondere alla domanda. Su questo, e' stata depositata l'11 ottobre 2007 una interrogazione ai ministeri di Economia e Finanze e delle Comunicazioni, a cui non e' stata ancora data risposta;
- in data 15 ottobre, l'Aduc ha condotto una terza indagine per capire se anche gli esercizi pubblici debbano pagare il canone speciale di abbonamento qualora in possesso di un computer. Per questo l'associazione si e' rivolta agli uffici regionali della Rai, all'Ufficio normative e contratti del servizio pubblico, al ministero dell'Economia e delle Finanze ed all'Agenzia delle Entrate. Ancora una volta l'Aduc ha riscontrato confusione e contraddittorieta' nelle risposte. Alcuni non hanno saputo rispondere, altri hanno sostenuto che un computer e' soggetto a canone solo se impiegato per guardare la tv. Altri hanno invece detto che il canone lo si paga indipendentemente dall'uso che si fa del computer, in quanto trattasi di una tassa sul possesso e non sull'utilizzo. L'Aduc ha anche ricevuto conferma da diverse sedi regionali che, contrariamente al canone ordinario, la Rai non persegue con altrettanta aggressivita' la riscossione del canone speciale, in quanto consapevole di cio' che significherebbe per molti piccoli esercizi commerciali, i cui gestori per altro pagano gia' il canone per casa loro. In altre parole, le manchevolezze della legge vengono supplite dalla sua parziale non applicazione;
- In data 18 ottobre 2007, l'Aduc ha svolto una ulteriore indagine. Da questa e' emerso che le Poste italiane, disponendo di 14.000 uffici dotati di apparecchi atti o adattabili agli sportelli, sono soggetti al canone cosi' come qualsiasi privato cittadino. Il canone speciale ha validita' limitata all'indirizzo per cui e' stipulato, e pertanto le Poste italiane devono circa 14.000 canoni speciali di abbonamento Rai, per un totale di circa 13.018.880 Euro.
Ma dal bilancio 2006 delle Poste, alla voce che dovrebbe riportare anche tale imposta ("Altre imposte e tasse / Altre", p. 242) e' riportato un esborso di 5.426.000 euro per il 2006. Appare quindi che l'evasione del canone Rai da parte delle Poste italiane varia da un minimo di 7.592.880 euro -ammesso che la voce "altre imposte" riguardi solamente il canone Rai- ed un massimo di 13.018.880 per l'anno 2006;
- in data 26 ottobre 2007, l'Aduc ha svolto una quinta indagine da cui risulta, considerati i criteri di alcuni operatori Rai per individuare chi debba o meno pagare il canone, un danno erariale da mancata riscossione da parte della Rai del canone speciale di svariate centinaia di migliaia di euro per l'anno 2006. Secondo i dati Istat, in Italia risultano esistere 4.371.087 imprese e 6.075.000 lavoratori indipendenti. Sempre secondo i dati Istat, il 91,7% delle suddette imprese ha Internet e quindi almeno un computer. Se ci si limita alle sole imprese con connessione Internet, secondo alcuni operatori della Rai, i canoni dovuti sarebbero, come minimo, 4.008.286. Ma dai dati pubblicati dalla RAI risulta che i canoni speciali riscossi al 31 dicembre 2006 sono soltanto 171.554. Ammesso e non concesso che il numero di abbonati speciali sia costituito da sole imprese, l'evasione del canone speciale da parte delle imprese e' facilmente apprezzabile intorno al 95,8%, per un danno erariale stimabile intorno a 742.695.000;

e considerato che:

- l'evidente contraddittorieta' delle risposte che emerge dalle indagini dell'Aduc e' causata in gran parte dall'espressione "apparecchi atti o adattabili", coniata nel 1938 quando ancora il televisore era in fase di sperimentazione. Come dimostrano migliaia di segnalazioni giunte all'Aduc, questa incertezza si riflette sul cittadino, sul turista straniero, e sul professionista, spesso incapace di sapere con certezza se pagare o meno il canone di abbonamento Rai o la licenza di importazione per altri beni potenzialmente "adattabili" alla ricezione tv in suo possesso. Di fatto, la legge viene disapplicata, o applicata arbitrariamente proprio a causa di questa espressione, che produce una grave ferita allo Stato di diritto;
- il presidente della Rai Claudio Petruccioli, ha fatto sapere che, sotto forma di emendamento alla prossima Finanziaria cerchera' di far pagare il canone/tassa della Rai incorporato nella bolletta dell'Enel a tutti gli utenti di questo servizio, tranne richiesta di dispensa da presentare con autocertificazione. Secondo il presidente Petruccioli c'e' troppa evasione di questa tassa (il 25%) e gli attuali 1,5 miliardi che la Rai incassa dal canone non bastano: Secondo l'Aduc, ammesso che Petruccioli riesca a far pagare l'intero 25% di evasori, l'operazione "bolletta Enel" porterebbe nelle casse di viale Mazzini al massimo qualcosa come 375 milioni di euro. Ma se la Rai non continuasse a far evadere il Fisco alle aziende che possiedono un computer o un monitor (che per alcuni operatori della Rai sarebbe sufficiente a dover pagare il canone... ma solo per le famiglie...), quantomeno potrebbe incassare un miliardo di euro in piu' all'anno.


per sapere:

- quali degli apparecchi sottoelencati e non presuppongono il pagamento del canone speciale di abbonamento: videoregistratore, registratore dvd, computer senza scheda tv con connessione ad Internet, computer senza scheda tv e senza connessione Internet, videofonino, tvfonino, ipod e apparecchi mp3-mp4 provvisti di schermo, monitor a se stante (senza computer annesso), monitor del citofono, modem, decoder, videocamera, macchina fotografica digitale;
- cosa intenda fare il Governo per accertare ed eventualmente esigere il pagamento del canone speciale di abbonamento alle radioaudizioni da parte delle imprese con collegamento Internet.
 
 
 
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