testata ADUC
Conversione Lire in euro - Interrogazione parlamentare
Scarica e stampa il PDF
Iniziativa 
25 febbraio 2016 12:26
 
Interrogazione a risposta in Commissione
Al Ministro dell'economia e delle finanze - Per sapere - premesso che:
con l'introduzione delle banconote e delle monete in euro, quelle in lire hanno cessato di avere corso legale il 28 febbraio 2002, a conclusione del periodo di doppia circolazione;
l’articolo 87, della legge 27 dicembre 2002, n, 289, introducendo rispettivamente il comma 1-bis, all'articolo 3, della legge 7 aprile 1997, n. 96, e il comma 1-bis, all'articolo 52-ter, del decreto legislativo 24 giugno 1998, n. 213, aveva fissato al 28 febbraio 2012 la data ultima per poter convertire le banconote e le monete in euro presso le filiali della Banca d’Italia;
decorso tale termine le medesime disposizioni di legge prevedevano che le somme si prescrivessero a favore dell’Erario;
l'articolo 26 del decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, ha introdotto, con decorrenza al 6 dicembre 2011, data di entrata in vigore del medesimo decreto, la prescrizione a favore dell’Erario delle banconote, i biglietti e le monete in lire ancora in circolazione, assegnando il relativo controvalore al Fondo per l’ammortamento dei titoli di Stato;
la Corte costituzionale, con sentenza n. 216 del novembre 2015, ha dichiarato illegittima la norma che anticipava la prescrizione dal 28 febbraio 2012 al 6 dicembre 2011 perché in contrasto con gli articoli 3 e 97 della Costituzione, sotto i profili della lesione all’affidamento nella sicurezza giuridica e dell’irragionevole e dell’ingiustificata preferenza accordata ai possessori di titoli del debito pubblico; sempre secondo la Corte, la norma contrasterebbe inoltre con gli articoli 42, terzo comma e 117, primo comma, della Costituzione in quanto realizzerebbe, di fatto, una sorta di espropriazione ai danni dei possessori delle banconote in lire, della quale beneficia in prima battuta lo Stato e in seconda analisi i possessori del debito pubblico;
secondo la Corte, il fatto che, al momento dell’entrata in vigore della disposizione censurata, fossero già trascorsi circa nove anni e nove mesi dalla cessazione del corso legale della lira non è idoneo a giustificare il sacrificio della posizione di coloro che, confidando nella perdurante pendenza del termine originariamente fissato dalla legge, non avevano ancora esercitato il diritto di conversione in euro delle banconote in lire possedute;
con un comunicato stampa dello scorso 5 febbraio, la Banca d’Italia ha reso noto che, in attuazione della citata sentenza n. 216 del 2015 della Corte Costituzionale, il 22 gennaio sono iniziate, presso le sue filiali, le operazioni di conversione delle lire: dopo due settimane, le operazioni effettuate erano 74, per un ammontare complessivo di poco più di un miliardo di lire e un controvalore di circa 564.000 euro, e circa 2.300 sono state le richieste di chiarimenti e segnalazioni pervenute a partire dalla pubblicazione della sentenza della Corte;
nel dare esecuzione alla sentenza della Corte Costituzionale, il Ministero dell’economia e delle finanze, al fine di garantire certezza e trasparenza alle operazioni di conversione, ha esplicitamente previsto l’obbligo di dimostrare di aver presentato la richiesta di cambio tra il 6 dicembre 2011 e il 28 febbraio 2012, specificandone l’importo;
al momento, coloro che non sono in grado di dimostrare di aver presentato una istanza di conversione entro i termini originari, non potranno quindi vedere soddisfatta la loro pretesa;
il Ministero dell’economia e delle finanze ha informato che sono in corso gli indispensabili approfondimenti giuridici e finanziari, per prevedere la conversione delle lire in euro in tutte le altre situazioni che coinvolgono soggetti che non sono in grado di dimostrare di aver effettuato la richiesta di cambio;
la Banca d’Italia ha inoltre segnalato che, ai sensi dei Trattati europei, la conversione potrà avvenire solo impiegando risorse finanziarie dello Stato, al quale la Banca d’Italia, a suo tempo, ha versato il controvalore delle lire ancora in circolazione al 6 dicembre 2011 -:
quali siano gli sviluppi degli approfondimenti che il Ministero sta effettuando per garantire i soggetti in buona fede che non possono dimostrare l’avvenuta presentazione della richiesta di cambio delle lire in euro, ferma restando l’esigenza di salvaguardia degli equilibri finanziari. 

on. Sara Moretto, Partito Democratico, membro commissione finanze
 
 
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS