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Carburanti. Potrebbero costare la meta', se il Governo volesse
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Iniziativa 
30 giugno 2008 0:00
 

Interrogazione al Ministro dell'Economia, al Ministro dello Sviluppo Economico da parte dei senatori Donatella Poretti e Marco Perduca

premesso che:

il Comitato interministeriale prezzi (CIP) aveva il compito di procedere al monitoraggio dei prezzi medi del petrolio greggio importato (PGI), tenuto conto dei costi di trasporto, raffinazione e distribuzione, dei prezzi unitari del costo dell'energia;

il CIP fu soppresso con legge n.573/93 e le sue funzioni furono trasferite al Comitato interministeriale per la programmazione economica (CIPE), per quanto riguarda i poteri di indirizzo in materia di prezzi e tariffe, in coerenza con il perseguimento coordinato degli obiettivi di politica economica nazionale, demandando alla competenza della specifica Autorita', il settore gas e dell'energia, al fine delle valutazioni di congruita';

l'ultima delibera della competente Autorita' sulla quotazione media del PGI risale all'11 marzo 1998, che forniva i parametri del primo semestre 1997. Da quella data, l'Autorita' per l'energia fu esautorata dal compito di fornire valutazioni di congruita' e pertanto l'ultimo baluardo a difesa degli interessi della collettivita' restava l'Autorita' garante della concorrenza e del mercato;

il Consiglio di Stato con sentenza n. 424 dell'8 febbraio 2008, sulle pratiche anticoncorrenziali dei petrolieri nella fornitura del jet fuel (carburante per aeromobili, quindi anche per la compagnia di bandiera Alitalia), ha giudicato parzialmente infondato la condanna dell'Autorita', respingendo il ricorso dei vettori aerei e dei consumatori;

oggi, pertanto, nessun organo dello Stato controlla e presidia l'andamento del costo dell'energia e a fronte dei poteri dei petrolieri e delle conseguenti rendite di posizione, sicche' la valutazione del costo dell'energia e' esclusivamente demandata agli operatori di settore che, attraverso una pubblicazione di loro edizione (PLATTS), definiscono quotidianamente le quotazioni per aree geografiche del Pianeta;
nella totale indifferenza del Governo, si assiste ad aumenti enormi del petrolio, che hanno effetti destabilizzanti per gli equilibri socioeconomici del nostro Paese,del tutto irrilevanti risultano i palliativi che, attraverso la leva fiscale, fingono di fornire riparo all'avanzata dei prezzi dell'energia;

nulla lascia presagire una presa di consapevolezza del danno economico arrecato al Paese, nonostante l'ENI sia societa' controllata dallo Stato e provveda a fornire il 50% del fabbisogno nazionale. L'ENI, infatti, persegue la stessa politica di prezzo degli operatori petroliferi, adeguando i propri ricavi alle indicazioni di prezzo fornite dal WTI americano, quotidianamente riprese da PLATTS. In altre parole i profitti di ENI (rapporto prezzo/utili (PE) stabilmente attestato al 9%), sfuggono alle regole ispirate ad una seria valutazione della congruita' dei costi in presenza di variegate fonti di approvvigionamento (mercato OPEC, mercati SPOT, estrazione diretta, ecc.), configurando l'ente come monopolista non regolamentato;

gli stessi paesi produttori denunciano la grave bolla speculativa che funesta il costo del greggio (il prezzo del barile risulta quasi raddoppiato rispetto alle previsioni contrattuali), eppure la domanda di energia in Occidente sta vistosamente diminuendo (negli USA meno 9% nell'ultimo mese) ma viene falsamente gonfiata da varie strategie, ivi incluse le pratiche finanziarie (hedge fund, future, ecc);
in questo quadro anche i protagonisti integrativi del processo produttivo nazionale hanno istituito le piu' fantasiose gabelle per partecipare alla realizzazione di rilevanti super profitti. Trasportatori, raffinatori, distributori e concessionari sono tutti impegnati a prelevare premi e royalties che contribuiscono a portare i costi dell'energia tra i piu' alti in Europa;

siamo in presenza del piu' illecito trust. Occorre rompere questo cartello fatto di abusi e intese anticoncorrenziali vietati dalla normativa europea e nazionale. Il controllo dell'attivita' dell'ENI avrebbe certamente effetto benefico per calmierare i prezzi e innescare meccanismi virtuosi di tutela degli interessi legittimi della comunita' nazionale;

per sapere:

quali concrete iniziative intendono assumere per ristabilire i controlli di congruita' dei prezzi dell'energia affinche' il recupero di legittimita' e trasparenza consenta una vera protezione dei consumatori, del mercato e dell'economia del Paese.

 
 
 
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