testata ADUC
LA FAMIGLIA DELL'ART.29 DELLA COSTITUZIONE, QUELLA BASATA SUL MATRIMONIO, E LE FAMIGLIE ATTUALMENTE PRESENTI NELLA NOSTRA SOCIETA'
Scarica e stampa il PDF
Iniziativa 
25 luglio 2006 0:00
 

Firenze, 25 luglio 2006

Intervento dell'on. Donatella Poretti, deputata della Rosa nel Pugno, in Commissione Affari Sociali, in sede di audizione della ministra della Famiglia, Rosi Bindi

Unioni di fatto
Nel programma dell'Unione l'argomento delle unioni di fatto c'e'. Come quelle parole si trasformeranno in diritti e per chi? La legge dettera' norme di diritto privato, gia' oggi possibili attraverso accordi e passaggi dal notaio, oppure norme di diritto pubblico che prevedano, quindi, la materia ereditaria? E saranno norme utilizzabili a prescindere dal sesso?
Come intende intervenire, signora ministra?

Divorzio breve
Se accelerare i tempi i del divorzio puo' sembrare in contraddizione quando si parla di famiglia, in realta' spesso accade che i tempi lunghi e gli eccessivi costi bloccano di fatto la possibilita' che i due ex coniugi possano farsi una nuova famiglia. Ecco perche' il "divorzio breve", che riduce i tre anni dalla domanda della separazione, ad una presa d'atto del tribunale, sentiti i coniugi.
Intende intervenire, signora ministra?

Figli naturali e legittimi
Nell'ambito delle nuove famiglie e forme di convivenza, a prescindere dalle unioni di fatto, ci sono le discriminazioni tra figli legittimi (nati dentro il matrimonio) e quelli naturali. La riforma del diritto di famiglia del 1975, modificando l'art. 261 del codice civile, ha sancito il principio dell'eguaglianza dei diritti tra figli legittimi e naturali. Ma numerose differenze permangono nel nostro ordinamento, sia per come si assume lo status di figlio (e le azioni relative), sia in materia ereditaria.
L'art. 537 cc, terzo comma, prevede un meccanismo dal quale può derivare l'esclusione dei figli naturali dall'eredità, non riconoscendoli come eredi pur "liquidandoli" con un compenso economico a cui i figli legittimi possono opporsi.
L'art. 565 c.c. non riconosce un rapporto di parentela tra fratelli naturali. Norma che è stata oggetto di dichiarazioni di incostituzionalità. Ma la Corte Costituzionale l'ha modificata solo in parte, sostenendo che compete al legislatore una sua riforma integrale.
Ancora oggi, i parenti c.d. legittimi, fino al sesto grado, nella successione, prevalgono sui fratelli naturali.
Le coppie non sposate, se possono decidere di volere per sé un regime di minor tutela, molto più difficilmente accettano che i propri figli siano discriminati.
Intende intervenire, signora ministra?

Il cognome dei figli
Anacronistica e' l'attuale normativa che regola il cognome dei figli. Continue sentenze ci segnalano l'urgenza di intervenire, ultima quella di pochi giorni fa della Cassazione che, respingendo la richiesta di due genitori per aggiungere il cognome della madre a quello del padre, ha precisato che "dare ai figli solo il cognome paterno e' retaggio di una concezione patriarcale da superare, e' auspicabile un intervento del legislatore".
Mia figlia, per esempio, e' stata riconosciuta successivamente dal padre dopo alcuni mesi dalla nascita perche', volendo conferirle il cognome di entrambi i genitori, era l'unica prassi possibile, altrimenti avrebbe avuto solo il cognome del padre: un procedimento amministrativo che dal Comune e' finito al Tribunale dei Minorenni e, in deroga alla legge, dovrebbe, nel giro di un anno, darle i due cognomi. Ecco la prassi in deroga che diventa norma. La stessa prassi che, ad un bambino nato in Usa da padre italiano, e che in quel Paese ha il cognome paterno e materno, nella trasmissione degli atti dal consolato italiano all'anagrafe sempre italiana, vede decadere il cognome materno.
In collaborazione con l'Aduc (associazione per i diritti degli utenti e consumatori) ho depositato una proposta di legge in merito (clicca qui) che dovrebbe fare piazza pulita delle attuali assurde norme.
Intende fare sua, questa proposta di legge, signora ministra?

Asili nido
Visto che il ministro ha chiesto l'incentivazione degli asili nido in Italia, suggerisco che le istituzioni per prime debbano dare il buon esempio, percio' chiedo l'istituzione alla Camera, non solo e non tanto per le elette ma per tutti i lavoratori (stiamo parlando di piu' di 4 mila persone), di asili nido interni. Una questione che da oltre dieci anni viene discussa e puntualmente rimandata.
 
 
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS