Interrogazione al ministero della Salute dei senatori Donatella Poretti e Marco Perduca
Per sapere - premesso che:
- sulla base dei dati forniti dall’ARPAV (Agenzia regionale protezione ambientale del Veneto) nel comune di Treviso per il periodo 2005-2011 si registra un superamento sistematico del valore limite per il materiale particolato PM10 imposto dalla normativa di riferimento in materia di qualità dell’aria DM 60/2002 e D. Lgs. 155/2010. Il limite dei 35 giorni consentiti in un anno è stato superato nel 2005 per 119 giorni, nel 2006 per 109, nel 2007 per 104, nel 2008 per 83, nel 2009 per 72, nel 2010 per 83, nel 2011 per 102. Alla data del 25 gennaio 2012 sono già 23 i giorni di superamento sui 35 complessivi concessi in un anno;
- secondo i dati della rete di monitoraggio della qualità dell’aria gestita dal Dipartimento Provinciale ARPA Veneto per gli anni 2005- 2010 a Treviso si sono registrati i seguenti episodi di inquinamento acuto:
- 18 giorni consecutivi a gennaio 2005
- 15 giorni consecutivi tra ottobre e novembre 2005
- 14 giorni consecutivi a gennaio 2006
- 11 giorni consecutivi a gennaio 2007
- 15 giorni consecutivi a tra febbraio e marzo 2008
- 15 giorni consecutivi a novembre 2009
- 15 giorni consecutivi a gennaio 2010
- dal 7 al 25 gennaio 2012 – 19 giorni consecutivi - si registra un picco di inquinamento acuto per il PM10 con una media giornaliera di 99,2 microgrammi per metro cubo d’aria. La legge fissa il limite a 50 ng/m3. Negli ultimi 8 giorni si susseguono picchi da 137, 115, 134, 123, 95, 117, 114, 89 ng/m3;
- l’amministrazione del Comune di Treviso nelle suesposte situazioni acute di inquinamento atmosferico con gravi rischi per la salute pubblica non ha posto in essere misure in grado di ridurre i livelli di inquinamento da polveri sottili. Nel corso dei suesposti episodi di inquinamento acuto l’amministrazione del Comune di Treviso non ha ritenuto di informare la popolazione durante le giornate consecutive di superamento della soglia di attenzione sui pericoli derivanti dall’esposizione del Pm10; non ha consigliato ai bambini di evitare giochi e divertimenti all’aria aperta che richiedano intenso sforzo; agli sportivi di preferire l’attività in ambienti chiusi; alle persone anziane di limitare le passeggiate all’aperto; alle persone con problemi polmonari o affette da disturbi cardiaci di evitare del tutto l’attività fisica all’aperto e limitare la permanenza allo stretto indispensabile; a tutti gli altri il consiglio di ridurre la permanenza all’aria aperta;
- la soglia di informazione per l’ozono (D.Lgs. 183/04 e D.Lgs. 155/2010) viene definita come il livello oltre il quale vi è un rischio per la salute umana (180 µg/m3), in caso di esposizione di breve durata e per alcuni gruppi particolarmente sensibili della popolazione. Negli anni dal 2006 al 2011 a Treviso si sono superati i valori della Soglia di Informazione, della Soglia di Allarme e la soglia valore bersaglio per la protezione della salute umana:
- nel 2006 - 7 giorni superamento Soglia di Informazione, 36 giorni di superamenti Soglia Valore Bersaglio;
- nel 2007 – 2 giorni superamento Soglia di Allarme, 12 giorni superamento Soglia di Informazione, 58 giorni di superamento Soglia Valore Bersaglio;
- nel 2008 – 14 giorni superamenti Soglia di Informazione, 56 giorni di superamento Soglia Valore Bersaglio;
- nel 2009 – 3 giorni superamenti Soglia di Informazione, 49 giorni di superamento Soglia Valore Bersaglio;
- nel 2010 – 13 giorni superamenti Soglia di Informazione, 55 giorni di superamento Soglia Valore Bersaglio;
nel 2011 - 91 giorni superamento Soglia Valore Bersaglio
- Il benzo(a)pirene, dal 2005 al 2010, secondo i rapporti dell’ARPAV, nel comune di Treviso risulta sopra i limiti della media annuale di 1,0 nanogrammo per metro cubo d’aria, limite imposto dal Decreto Legislativo 4 agosto 1999, n. 351 e dal D.Lgs 155/2010: 1,4/ng/m3 nel 2006 - 1,8/ng/m3 nel 2007 - 1,0/ng/m3 nel 2008 - 1,2/ng/m3 nel 2009 - 1,1/ng/m3 nel 2010
- il Sindaco e l’assessore all’ambiente del Comune di Treviso, dal 2005 al 2011, evitano di predisporre e adottare il Piano di Azione per la Tutela e il Risanamento dell’aria così come previsto dalle norme del Piano Regionale di Tutela e Risanamento dell’aria (P.R.T.R.A) par. 6.1.2 di cui alla delibera del Consiglio Regionale del Veneto n. 57 novembre 2004 ed ex art. 7 del D.lgs. n. 351/1999 che impone la Valutazione Ambientale Strategica VAS. La Regione Veneto ha precisato (doc. 554140/45.06/E.400.011 del 23/10/2008) che i Piani di Azione, Risanamento e Mantenimento sono ricompresi fra i piani e programmi sottoposti a valutazione ambientale strategica V.A.S. La normativa comunitaria (Direttiva 2001/42 CE) entrata in vigore il 21 luglio 2004, recepita con il D.lgs. 3 aprile 2006, n. 152, “Norme in materia ambientale”, che relativamente a ciò che concerne le procedure di VAS, di VIA e di ICCP, disciplinate dalla Parte II, è entrato in vigore il 31 luglio 2007. La normativa di VAS è sostanzialmente volta a garantire ed a valutare la sostenibilità dei Piani/Programmi, con lo scopo di integrare gli aspetti ambientali al pari di quelli economici, sociali e territoriali. In particolare la procedura V.A.S. rappresenta lo strumento che evidenzia le modalità con le quali è stata integrata la variabile ambientale nel Piano, definendo la stima dei possibili effetti significativi sull’ambiente, ed individuando le misure di mitigazione e di compensazione e le misure di monitoraggi. La V.A.S. definisce quali siano gli inquinanti maggiormente pericolosi, quali le fonti responsabili a livello emissivo, quali le strategie di intervento, e fissa obiettivi di riduzione che devono essere monitorati ed eventualmente aggiornati, al fine di raggiungere i parametri di qualità dell’aria fissati dalla normativa in vigore. Inoltre il Piano di Azione e Risanamento sottoposto a valutazione ambientale strategica V.A.S. costituisce uno dei documenti di riferimento per l’armonizzazione dei diversi atti di programmazione e pianificazione, con particolare riferimento al settore dei trasporti e dell’energia. La tutela della qualità dell’aria necessità infatti di strumenti trasversali, richiedendo il coinvolgimento attivo di tutti i Settori Comunali, delle Aziende partecipate, degli Enti pubblici, delle imprese e dei singoli cittadini;
dal 2005 al 2011 il Comune di Treviso ha adottato provvedimenti a carattere emergenziale con azioni a breve termine che si manifestano nei periodi invernali. I provvedimenti del Comune non considerano ogni elemento della pianificazione territoriale a norma del Piano Regionale per la Tutela e Risanamento dell’aria cap. al punto 6.2.1.3: - impianti industriali - traffico - produzione energetica - edilizia: consumo energetico - sistema agricolo e zootecnico - uso del territorio. Gli interventi programmati risultano palesemente irrilevanti rispetto alle finalità di tutela della salute imposte dalla legge;
l’Ente Provincia di Treviso, che ai sensi dell’art.6, comma 1, delle norme del P.R.T.R.A deve approvare i Piani di Azione, i Piani di Risanamento e i Piani di Mantenimento dei Comuni, ma dal 2005 al 2011 non è in grado di approvare il Piano di Azione e Risanamento del Comune di Treviso poiché lo stesso manca della Valutazione Ambientale Strategica. Altresì la Provincia di Treviso dal 2005 al 2011 non ha approvato i Piani di Azione e Risanamento di tutti i Comuni del territorio di sua competenza;
- dal 2005 al 2011 Sindaco e assessore all’ambiente evitano di adottare il Piano
di Azione per la Tutela e il Risanamento dell’aria con lo studio di V.A.S., che attribuisce al Comune un ruolo di Ente guida per “l’area omogenea” con il compito di garantire e valutare la
sostenibilità dei Piani/Programmi dei comuni contermini inseriti nell’area omogenea con lo scopo di integrare gli aspetti ambientali al pari di quelli economici, sociali e territoriali. La pianificazione sul territorio è in realtà lo strumento principe per ottenere delle efficaci politiche di riduzione dell’inquinamento, ed è quindi fondamentale che gli obiettivi dei piani e dei programmi elaborati da ogni entità territoriale siano coerenti con gli obiettivi del Piano di Azione, Risanamento e Mantenimento dell’aria;
- il Sindaco e l’assessore all’ambiente, dal 2005 al 2011, hanno avuto piena conoscenza, in quanto giornalmente informati dai risultati delle centraline di rilevamento, dell’andamento della qualità dell’aria - ambiente sul proprio territorio, del persistere dei fenomeni negativi di inquinamento con superamento dei limiti di legge e della completa incoerenza tra gli obiettivi di qualità imposti dalla legge e il programma di interventi adottati e concordati, sia con riferimento ai limiti per i superamenti dei picchi giornalieri sia con riferimento agli andamenti delle medie su base annua;
- il Sindaco e l’assessore all’ambiente sono responsabili del governo locale del territorio anche in ordine alla salute dell’ambiente. Il Sindaco è responsabile della salute dei cittadini residenti in virtù delle competenze generali attribuitegli dalla legge. Il Sindaco in particolare è direttamente investito del potere-dovere di impedire o di attenuare gli effetti del deterioramento della qualità dell’aria ambiente avendo piena consapevolezza delle gravi e attuali conseguenze per la salute umana, dovute alla prolungata esposizione della popolazione a valori di inquinanti dell’aria superiori ai limiti fissati dalla normativa comunitaria, anche alla luce del contenuto dei piani sanitari nazionali emanati dal Ministero della Sanità negli ultimi anni (piani 2003-2005, 2006-2008), che recepiscono recenti studi epidemiologici;
- il Decreto del Presidente della Repubblica 23 maggio 2003 Approvazione del Piano sanitario nazionale 2003-2005 (GU n. 139 del 18-6-2003- Suppl. Ordinario n.95) con particolare riferimento al punto 4.2 (tutela della salute in relazione all’inquinamento atmosferico) ove vengono sottolineati i gravi problemi sanitari in termini di aumento di gravi patologie e di incremento dei decessi causati dall’inquinamento dell’aria ambiente;
- il Piano sanitario nazionale 2006-2008 con particolare riferimento al punto 5.12 (tutela della salute in relazione all’inquinamento atmosferico) ove vengono ribadite le emergenze sanitarie del piano sanitario precedente connesse con la qualità dell’aria ambiente e in particolare si legge al paragrafo intitolato “inquinamento atmosferico e qualità dell’aria” che “Sulla base degli studi epidemiologici condotti in ambito internazionale ed italiano, si può affermare con assoluta certezza che all’inquinamento atmosferico è attribuibile oggi una quota rilevante di morbosità acuta e cronica, la diminuzione della speranza di vita dei cittadini che vivono in aree con livelli di inquinamento elevato, e che non sembra esserci una soglia al di sotto della quale non si osservano danni” e ancora in un passo immediatamente successivo “... la gravità degli effetti sulla salute umana, sia a breve che a lungo periodo, di questi inquinanti è direttamente proporzionale alla concentrazione degli inquinanti, al tempo e/o modalità di esposizione e la associazione con ulteriori fattori di rischio può rafforzare considerevolmente l’entità dei singoli rischi”;
- secondo le norme del Piano Regionale di Tutela e Risanamento dell’aria (P.R.T.R.A) cap. al punto 6.2.1.3 – Provvedimenti da assumere in caso di superamento delle soglie di allarme e dei valori limite per uno o più inquinanti – …”al perdurare della situazione critica a meno che le previsioni meteorologiche facciano prevedere un suo significativo miglioramento, i Comuni interessati adottano i provvedimenti stabiliti dal Piano d’Azione, che devono essere messi in atto dal giorno successivo. Sono previste misure che possono arrivare a:
- blocco totale del traffico privato;
- chiusura di tutte le scuole di ogni ordine e grado, con gradualità, in ordine decrescente di età a partire dalle scuole superiori
I provvedimenti assunti cessano i loro effetti qualora, al termine del ciclo di monitoraggio giornaliero, non sussistano più tali condizioni;
- un grande studio (studio italiano MISA-2) pianificato di metanalisi sugli effetti a breve termine degli inquinanti atmosferici, coordinato da Annibale Biggeri, Universita' di Firenze, Pierantonio Bellini, Universita' di Padova e Benedetto Terracini, Universita' di Torino ha misurato direttamente gli effetti del Pm10 presente nell'aria delle nostre citta' stabilendo che l'aumento di mortalita' cardiovascolare si manifesta entro i 4 giorni successivi al picco di inquinamento. L'aumento di mortalita' per cause respiratorie si protrae per almeno 10 giorni;
- secondo quanto emerge da una ricerca della società di studi economici Nomisma le elevate concentrazioni di Pm10 (le polveri sottili) in atmosfera sono responsabili di 5.876 decessi all’anno. Il rapporto riporta i dati sui valori medi di concentrazione di polveri sottili nel triennio 2006-2008 delle prime 15 città italiane per popolazione da cui si desume che, oltre a Roma (40,4), le performance peggiori sono concentrate nelle città del Nord e in particolare nell’area della Pianura Padana, come Milano (49,2), Torino (56,5), Bologna (41,3), Verona (47), Padova (46,7). Quasi 6mila decessi l’anno.
- un’indagine commissionata dal Comune di Milano e condotta da 5 ospedali della città, ha attestato che ogni giorno a Milano ci sono 73 ricoveri al giorno correlabili all'inquinamento. In due anni, dall'inizio del 2007 alla fine del 2008, sono stati 53.514 i casi di accesso nei Pronto soccorso avvenuti per cause riconducibili all’inquinamento, per malattie e disturbi correlabili all'inquinamento. Nello studio viene sottolineato che ai picchi di agenti inquinanti corrisponde un aumento del rischio di visite al pronto soccorso del 10-15 per cento. Secondo il primario di Pneumonologia del San Carlo Sandro Amaducci, uno dei curatori della ricerca, «Per ogni aumento di 10 microgrammi di polveri sottili concentrate nell'aria, cresce del 3 per cento il rischio di problemi respiratori tipici dei bambini”. Ciò significa che se si arriva a cento microgrammi il rischio aumenta del 20 per cento;
- è recente la presentazione del progetto Aphekom, condotto in 25 citta Europee (Roma per l’Italia) che ha seguito un nuovo approccio per analizzare l’impatto sulla salute e i relativi costi dell'inquinamento atmosferico nelle città europee. Il progetto dimostra che se i livelli di polveri sottili nelle città europee si riducessero ai livelli raccomandati dalla Organizzazione Mondiale della Sanità migliorerebbe la speranza di vita e vi sarebbero grandi benefici economici; i risultati mostrano che vivere in prossimità di strade molto trafficate aumenta notevolmente la possibilità di avere malattie attribuibili all'inquinamento atmosferico, ed evidenzia che i vantaggi nel ridurre l'inquinamento sarebbero superiori a quelli già conseguiti dall'attuale legislazione dell'UE. Se a Roma la concentrazione media annuale di PM2.5 si riducesse a 10 µg/m3, sarebbero evitate 1278 morti (997 per cause cardiovascolari) e la popolazione di 30 anni guadagnerebbe un anno di vita, con un beneficio economico superiore ai 2 miliardi di euro. In termini economici l'impatto dell'inquinamento dell'aria in 25 città europee, l'Italia è rappresentata da Roma, la cifra è da capogiro: 31,5 miliardi di euro vengono "buttati via" per lo smog, pari a 19mila morti (di cui 15mila per malattie cardiovascolari). Ogni anno. Ne basterebbero molti meno per risanare l'aria, agendo su traffico, emissioni industriali e riscaldamenti;
- l’Italia non è riuscita ad evitare il deferimento alla Corte di Giustizia europea e ora attende il verdetto che comporterà una pesante sanzione economica. I capi di accusa della Corte di Giustizia riguardano le relazioni degli anni dal 2005 al 2007 in cui si registra un continuo superamento dei valori limite da inquinamento da PM10, ben oltre la tolleranza consentita. Saranno le regioni a pagare le sanzioni imposte dalla Commissione europea. Questo si evince dalla legge italiana che ha messo i piani antismog interamente a carico delle regioni-:
quali iniziative il Ministro intenda urgentemente adottare su quanto segnalato in premessa e se non ritenga opportuno intervenire al fine di consentire l'esecuzione degli interventi necessari al superamento dello stato di emergenza;
quali politiche di prevenzione intenda promuovere per ridurre quel tipo di inquinamento, causa principale di migliaia di decessi all'anno;
quali iniziative il Ministro intenda urgentemente adottare al fine di tutelare la salute e l'incolumità pubblica della popolazione di Treviso posto che si configura un danno economico per l'erario pubblico alla luce del mancato raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni inquinanti, e considerato che il degrado ambientale derivante dall'inquinamento atmosferico determina gravi disturbi alla salute con relativo incremento dei costi sociali ai medesimi connessi, costi materiali generati dalla malattia che comprendono anche gli effetti psicologici sopportati dal malato.
se non ritenga di intervenire per evitare che l'Italia incorra, anche a causa del mancato rispetto della normativa comunitaria relativa al superamento dei limiti di legge posti a tutela della qualità dell'aria dell'Unione europea in ulteriori dure sanzioni della Commissione europea.