testata ADUC
Privacy e spam. Garante e Tribunale spianano la porta allo smercio di dati sensibili: non punibile chi fa spam. Interrogazione
Scarica e stampa il PDF
Iniziativa 
29 gennaio 2009 0:00
 
Interrogazione dei senatori Donatella Poretti e Marco Perduca al Ministero della Giustizia

premesso che:

- Milioni di cittadini sono costretti quotidianamente a confrontarsi con il cosiddetto 'spam', ovvero comunicazioni commerciali indesiderate che arrivano per posta ordinaria, email, telefono di casa e addirittura cellulare.

- Per tutelare il cittadino contro la diffusione (spesso dietro retribuzione) dei proprio dati privati, l'Unione Europea e poi l'Italia hanno messo a punto alcune garanzie, tra cui il diritto a conoscere l'origine dei dati (art. 7 del Codice della Privacy): "L'interessato ha diritto di ottenere l'indicazione: a) dell'origine dei dati personali". Senza sapere da chi la societa' che fa spam ha prelevato (comprato) i dati e' impossibile porre fine a questa pratica ed ottenere giustizia. Il cittadino non puo' infatti rivalersi contro chi questi dati li diffonde illegalmente.

- In molti Comuni, come segnalato dall'Aduc (Associazione per i diritti degli utenti e consumatori), i dati anagrafici e sanitari vengono disinvoltamente forniti a soggetti privati, profit e no-profit. E' il caso di Firenze, dove diverse associazioni, prevalentemente cattoliche, sono misteriosamente in grado di ottenere i nominativi e gli indirizzi di bambini nati da pochi giorni o settimane.

- Due casi esemplari. La senatrice Donatella Poretti ha ricevuto una lettera dal Movimento per la vita poco dopo la nascita della figlia, senza mai aver contattato ne' quel movimento, ne' altre associazioni cattoliche. Pietro Moretti, vicepresidente Aduc, a pochi giorni dalla nascita della seconda figlia e a poche settimana dal cambio di residenza, ha ricevuto due lettere (una per ciascuna figlia) al nuovo indirizzo da parte dell'Istituto San Gregorio, in cui lo si invitava a visitare il loro asilo privato.

- Per questo, entrambi hanno intrapreso cause giudiziarie per conoscere ed eventualmente perseguire la fonte dei dati. La senatrice Poretti si e' rivolta alla Procura della Repubblica di Firenze per chiedere che si indagasse sull'origine della fuga di dati personali da parte del Comune. Commette infatti reato quel pubblico ufficiale che divulga dati sensibili dei cittadini. La Procura della Repubblica ha pero' archiviato senza indagare.

- Il sig. Moretti ha invece percorso una strada diversa. Dapprima si e' rivolto al Garante della privacy che, pur imponendo alcune spese legali all'istituto San Gregorio, non ha ritenuto di dover condannare l'istituto in quanto sufficiente la spiegazione da questi fornita: "non ricordiamo da dove provengono i dati". Per questo, insieme ai legali dell'Aduc Claudia Moretti, Elisa Fontanelli e Emmanuela Bertucci, il sig. Moretti era stato costretto ad impugnare la decisione del Garante presso il Tribunale di Firenze. Il giudice, dott. Aloisio, ha pero' rigettato il ricorso motivando come segue: per 'origine dei dati' non e' da intendersi, come logica vorrebbe, il soggetto da cui ha ottenuto i dati personali chi fa spam (ovvero chi li ha illegalmente diffusi e venduti), ma e' sufficiente una indicazione generica sulle modalita' con cui solitamente ottengono i dati.

- Le motivazioni del Garante della Privacy e del Tribunale di Firenze in tutta evidenza spianano la strada allo spam, garantendo l'impunita' a chi guadagna dallo smercio dei dati privati dei cittadini. Senza il diritto a conoscere l'origine dei propri dati, e quindi senza la possibilita' di perseguire chi fa smercio di dati sensibili, viene meno l'intero impianto della legge sulla protezione dei dati sensibili, ed il cittadino non ha possibilita' alcuna di farsi valere.
 
- Questi sono precedenti pericolosi e mettono pesantemente a rischio la privacy dei cittadini. Anagrafi comunali e societa' provviste di indirizzari potranno, senza timore di essere perseguiti in alcun modo (penale o civile) divulgare e vendere materiale sensibile, di cui non si potra' mai accertare la provenienza.

Per sapere:

se il ministro non intenda inviare ispettori del ministero presso il Tribunale e la Procura della Repubblica di Firenze affinche' accertino la correttezza dell'operato della magistratura inquirente  nonche' giudicante, che cosi' agendo hanno di fatto reso inapplicabile una norma europea e italiana e nullo un diritto del cittadino.
 
 
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS