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I FIGLI NATURALI DEVONO REALMENTE GODERE DEI MEDESIMI DIRITTI DI QUELLI LEGITTIMI
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Notizia 
1 settembre 2006 0:00
 
Proposta di legge dell'on. Donatella Poretti, deputata della Rosa nel Pugno

Firenze, 1 Settembre 2006

Questa proposta di legge e' elaborata in collaborazione con l'Aduc (associazione per i diritti degli utenti e consumatori) e vuole essere un fattivo contributo al ministro della Famiglia, Rosi Bindi, che, durante un'audizione i primi di agosto nella commissione Affari Sociali della Camera, ad una mia esplicita richiesta in merito, comunico' che "e' gia' al lavoro una Commissione per la modifica di alcuni articoli del codice civile". Questa Commissione, che al momento con c'e', immagino sara' istituita alla ripresa dei lavori parlamentari dopo la pausa estiva.
La riforma del diritto di famiglia del 1975, modificando l'art. 261 del codice civile, ha sancito il principio dell'eguaglianza dei diritti tra figli legittimi e figli naturali. Nonostante questo, permangono numerose differenze.
L'art. 537, terzo comma, cod. civ., prevede un meccanismo dal quale puo' derivare l'esclusione dei figli naturali dall'eredita' e la traduzione del loro diritto in un equivalente economico, senza assunzione della qualita' di erede.
L'art. 565 c.c. non riconosce un rapporto di parentela tra fratelli naturali. Questa norma e' stata dichiarata incostituzionale dalla Corte Costituzionale, che pero' ha sostenuto essere competenza del legislatore una riforma integrale. Ancora oggi, i parenti c.d. legittimi, fino al sesto grado, prevalgono, nella successione, sui fratelli naturali. L'eguaglianza e la pari dignita' sociale restano ancora un miraggio.
Questa penalizzazione per i figli naturali ed il timore che questi possano essere discriminati, influenza chi e' in procinto di sposarsi in generale e le coppie di fatto in particolare perche' scelgano il matrimonio, che, per l'alto profilo degli impegni che con esso si assumono, dovrebbe invece essere una decisione libera. Le coppie, se possono decidere di volere per se' un regime di minor tutela, molto piu' difficilmente accettano che i propri figli siano discriminati.
Comunque, le discriminazioni per i figli in ragione della loro nascita appaiono ingiustificate, anacronistiche ed in contrasto con i sentimenti piu' diffusi. Sotto altri profili deve comunque essere affermata l'uguaglianza di diritti per i figli naturali "non riconoscibili". Non e' giusto, infatti, che gli stessi scontino colpe non proprie.

A questo link la relazione completa e i cinque articoli che compongono la proposta di legge:
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