Disegno di legge d’iniziativa della senatrice Donatella Poretti, Radicali-Partito Democratico
Onorevoli Senatori.
Il decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito in legge 4 agosto 2006 n. 248, ha introdotto la vendita dei farmaci senza obbligo di prescrizione medica (SOP e OTC) al di fuori delle farmacie. Era questa una misura necessaria, anche se non sufficiente, ad aprire il mercato della distribuzioni e della vendita al dettaglio di tali farmaci al fine di offrire ai consumatori non solo maggiore reperibilita', ma anche un significativo risparmio. Secondo un rapporto del Censis per conto dell'Anifa del 4 luglio 2007, il 61% degli italiani era favorevole a tale misura di liberalizzazione. Nell'anno successivo all'entrata in vigore della legge, le parafarmacie sono piu' che raddoppiate (da 1061 a 2201) ed i Corner della salute nei supermercati sono passati da 137 a 2008. A maggio 2008, dieci mesi dall'entrata in vigore della legge, la quota di farmaci OTC e SOP venduti fuori dalle farmacie era passata da 3,5% a 5,5%. Questo ha comportato un notevole vantaggio per il consumatore: se il prezzo medio di un farmaco Otc e' di 6,5 euro nelle farmacie, scende a 6,30 nelle parafarmacie, e soprattutto a 5,04 nei corner, un risparmio medio di quasi un euro e mezzo a confezione.
Vi e' pero' un grosso limite alla legge, introdotta all'articolo 5: "la vendita dei farmaci deve essere effettuata nell'ambito di un apposito reparto, alla presenza e con l'assistenza personale e diretta al cliente di uno o più farmacisti abilitati all'esercizio della professione ed iscritti al relativo ordine. Sono, comunque, vietati i concorsi, le operazioni a premio e le vendite sotto costo aventi ad oggetto farmaci". Questo comporta una profonda limitazione del mercato, visto che solo i grandi supermercati possono permettersi la creazione di spazi appositi e l'assunzione di farmacisti. Tanto e' vero che la legge, nella parte in cui "liberalizza" la vendita dei farmaci OTC, e' stata definita dall'Aduc (Associazione per i diritti degli utenti e consumatori) una norma
ad cooperativam, visto che favorisce la grande distribuzione come la Coop –uno dei soggetti che piu' si e' impegnato per questa legge.
Perche' non poter acquistare un farmaco, per esempio, a base di ibuprofene (contro il mal di testa) in una stazione di servizio lungo l'autostrada o in edicola, al negozio di alimentari piuttosto che al tabaccaio, esercizi che sicuramente non possono attrezzarsi con un farmacista per avere un angolo con questi prodotti? Cosi' funziona ad esempio negli Stati Uniti, dove chi ha un banale mal di testa puo' sempre e facilmente reperire una pillola a qualsiasi ora del giorno e della notte, senza la necessita' di andare in cerca della farmacia di turno o di un supermercato aperto.
Inoltre, risulta del tutto ingiustificato e lesivo dei consumatori il divieto di applicare ai farmaci OTC sconti, operazioni a premio e concorsi, cosi' come per qualsiasi altro bene di consumo, divieto in genere mascherato dietro al fatto che i farmaci sarebbero prodotti potenzialmente dannosi per la salute, danno che, invece, non sarebbe tale per le promozioni di alcolici, dolci e qualunque altro prodotto che, al pari di un farmaco, se consumato in condizioni non razionali potrebbe arrecare danno. E' evidente che non si tratta di un divieto finalizzato alla salute del consumatore ma solo a mantenere blindato un mercato su cui le attuali cosiddette liberalizzazioni hanno ancora poco influito. Un divieto, questo, di cui sembrano beneficiare solo gli attuali monopolisti, visto che pone un profondo limite alla competitivita' dei prezzi.
La liberalizzazione, questa si' degna di tale nome, proposta in questo disegno accelererebbe quel trend positivo gia' visto con l'introduzione della legge n. 248/2006.
Per tale motivo, onorevoli Senatori, vi invito ad approvare il presente disegno di legge, composto di un unico articolo volto ad abrogare l'obbligo del farmacista per la vendita dei farmaci senza prescrizione medica e il divieto per le vendite promozionali. E' una misura che, eliminando il monopolio della vendita "alternativa" dei farmaci OTC oggi detenuto dalla grande distribuzione al dettaglio, favorirebbe quei 40 milioni di cittadini che gia' fanno uso di questi prodotti.
Disegno di legge
Articolo 1
Al comma 2, dell'articolo 5 della legge 4 agosto 2006, n. 248, sono eliminate le parole "e deve essere effettuata nell'ambito di un apposito reparto, alla presenza e con l'assistenza personale e diretta al cliente di uno o più farmacisti abilitati all'esercizio della professione ed iscritti al relativo ordine. Sono, comunque, vietati i concorsi, le operazioni a premio e le vendite sotto costo aventi ad oggetto farmaci".