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BANCHE CORDONE OMBELICALE. IL MINISTERO NON FISSA LA DATA ENTRO CUI ISTITUIRLE. PROBLEMI PER LE INNOVAZIONI SCIENTIFICHE E I DIRITTI DELLE DONNE
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Iniziativa 
26 settembre 2006 0:00
 

Risposta del ministero della Salute all'interrogazione dell'on. Donatella Poretti della Rosa nel Pugno

Firenze, 26 settembre 2006

Lo scorso 16 giugno era sta presentata un'interrogazione al ministero della Salute (qui il testo integrale:
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Il sottosegretario Serafino Zucchelli ha risposto oggi alla Camera ricordando che i termini indicati dalla legge non sono perentori ma ordinatori e che nel frattempo il ministero ha aperto una serie di tavoli per definire la rete di banche che devono essere istituite, in base anche alle necessita' delle regioni.
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Questa la replica in Aula dell'on.Poretti:

Sono soddisfatta a meta'. Soddisfatta perche' mi e' stato comunicato che il ministero ci sta lavorando. Ma, mentre comprendo che i termini sono ordinatori, nella risposta non e' stata data alcuna data entro cui questa rete sara' realizzata.
Uno tra gli ultimi provvedimenti del Governo Berlusconi e' stata la pubblicazione dell'ordinanza in materia di donazione e conservazione del cordone ombelicale (13 aprile 2006, pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 10 maggio 2006), che ribadisce il divieto di apertura di banche private che consentano la conservazione delle staminali cordonali per uso autologo. Sara' bene ricordare, per capire l'importanza di cio' di cui stiamo parlando, che quello del cordone ombelicale e' un sangue ricco di cellule staminali utili per combattere malattie del sangue stesso, con capacita' di rigenerazione tissutale nel caso di -per esempio- leucemia, anemia e talassemia.
Viste le sempre maggiori applicazioni delle cellule staminali derivate dal cordone ombelicale nella cura di malattie e le possibilita' di nuove terapie allo studio, appare urgente rendere possibile sia la donazione pubblica, che la conservazione per uso privato. Cio' che appare assolutamente insostenibile e' che queste cellule finiscano nei rifiuti biologici della sala parto perche' l'ospedale non e' attrezzato per la raccolta, oppure che vengano frapposte difficolta' e impedimenti all'esportazione all'estero in banche private. Molte donne che seguono l'iter previsto e che si rivolgono al Centro Nazionale Trapianti vengono sottoposte ad un vero e proprio interrogatorio che crea loro una situazione di disagio inspiegabile e senza ragioni.
Una possibile soluzione e' offerta dall'esperienza della banca autologa nata a Mantova che sostenuta da fondi privati si trova all'interno di una struttura pubblica. Il privato e il pubblico potrebbero integrarsi e offrire in sinergia il servizio ottimale.
La mia insoddisfazione e' anche perche' il sottosegretario mi conferma che le staminali rientrano nella legislazione del sangue, mentre a livello di Unione Europea la tendenza legislativa e' di creare una normativa ad hoc sulle cellule e sui tessuti; la legge sul sangue e' limitante e non piu' al passo con i tempi e con l'importanza crescente che rivestono le staminali.
Inoltre credo che, per l'interesse pubblico, occorrerebbe promuovere la donazione come gesto altruistico, rendendola possibile ovunque: sia adeguando le strutture dei punti nascita che informando le donne in gravidanza, con campagne che evidenzino l'importanza di questa donazione altruistica.
Sempre la nostra ordinanza del 13 aprile, prevede la conservazione del sangue del cordone per uso autologo o dedicato a consanguineo solo con patologia in atto. Quest'ultima condizione e' un grosso limite alle innovazioni della ricerca scientifica. Perche' questo e' un settore in continua evoluzione che potrebbe scoprire altri usi di questo sangue per altre patologie, non indicate nelle motivazioni del deposito autologo; oppure il deposito autologo non sarebbe deciso perche' non ancora conosciuto l'uso per patologie non considerate guaribili in quel momento.
Va salvaguardato, infine, il diritto di una donna di decidere cosa fare del proprio cordone ombelicale, se donarlo o conservarlo.

qui il testo stenografico della seduta alla Camera:
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