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Donatella Poretti: "Le staminali nei miei primi 100 giorni alla Camera dei Deputati"
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Notizia 
15 settembre 2006 0:00
 
Dal notiziario Cellule Staminali

E' forse troppo presto per fare un bilancio della mia attivita' in materia di staminali come parlamentare della Rosa nel Pugno alla Camera dei Deputati, ma non lo e' per fare il punto su quanto ho incardinato e su cui occorrera' lavorare nei prossimi mesi. Ecco quindi un rendiconto su quanto fatto, o meglio su quanto avviato, e su cui chiedo aiuto e suggerimenti.
Si e' tenuta il 13 settembre scorso la riunione dei capigruppo della Commissione Affari Sociali di cui io sono segretaria per decidere su cosa lavorare. Le premesse non erano delle migliori, ma alla fine posso dichiararmi moderatamente soddisfatta. La commissione da qui a dicembre sara' impegnata su un'indagine conoscitiva sulle condizioni sociali delle famiglie in Italia, l'Istituzione del Fondo per la non autosufficenza, una serie di audizioni informali sulla RU486, una pdl sui defribillatori, una sulle protesi mammarie, sulla dispersione e conservazione delle ceneri e sul riconoscimento della lingua dei segni.
Per quanto mi riguarda avevo segnalato il parto indolore -calendarizzato per settembre- e la necessita' di riaprire il dibattito sulla legge 40 sulla fecondazione assistita e sulla ricerca con le staminali embrionali. Su quest'ultima legge, tema delicato e in grado di creare spaccature nella maggioranza da un lato, ma anche di far convergere sostegni dall'opposizione, si e' alla fine deciso di discutere prioritariamente la relazione annuale che il ministro della Salute ha presentato lo scorso giugno sull'applicazione della legge, per poi valutare se e come intervenire.

LE INIZIATIVE AVVIATE

STAMINALI CORDONALI E BANCHE PRIVATE
Uno tra gli ultimi provvedimenti del Governo Berlusconi e' stata la pubblicazione dell'ordinanza in materia di donazione e conservazione del cordone ombelicale, che ribadisce il divieto di apertura in Italia di banche private che consentano la conservazione delle staminali cordonali per uso autologo. Sara' bene ricordare, per capire l'importanza di cio' di cui stiamo parlando, che quello del cordone ombelicale e' un sangue ricco di cellule staminali utili per combattere malattie del sangue stesso, con capacita' di rigenerazione tissutale nel caso di -per esempio- leucemia, anemia e talassemia. Mentre il Senato ha incardinato il dibattito per legiferare sull'argomento, per parte nostra abbiamo sollecitato la neoministra della Salute Livia Turco a prendere un provvedimento a spesa zero annullando questa ordinanza e preparando l'applicazione della direttiva Ue in cui si permette proprio l'apertura di queste banche private. Abbiamo anche presentato un'interrogazione parlamentare per chiedere al ministro: "quali sono i tempi previsti dal Governo per l'emanazione del decreto per l'istituzione di una rete nazionale di banche per la conservazione di cordoni ombelicali ai fini di trapianto ai sensi dell'art. 10, comma 3, della Legge 219/2005; sulla base di quali requisiti e presupposti, nel rispetto delle normative nazionali e comunitarie in materia, verranno individuate le strutture private idonee ad essere accreditate per la conservazione di cordoni ombelicali ai fini di trapianto".
Occorre su questo tema prevedere iniziative trasversali, per questo sono gia' in contatto con l'on. Daniela Santanche' di An, e ci siamo date appuntamento per settembre. Nel frattempo e' gia' pronta una semplice proposta di legge che si basa su un principio molto semplice secondo cui "ogni donna ha il diritto di poter conservare il sangue del proprio cordone".

STAMINALI ADULTE E FINANZIAMENTI
Con la collaborazione dell'Associazione Coscioni abbiamo depositato un'interrogazione al ministro della Salute in cui si sollecita trasparenza sull'assegnazione di fondi per le ricerche con le cellule staminali da parte dell'Istituto Superiore della Sanita' e si chiede al Governo di annullare un bando istituito nel 2001 da 7,5 milioni di euro. La "Commissione sulle staminali", presieduta da Enrico Garaci, composta da 12 persone avrebbe assegnato finanziamenti a piu' progetti i cui responsabili erano gli stessi componenti della commissione; i progetti finanziati, i componenti della commissione e tutto cio' che informava sul bando e' letteralmente scomparso dal sito Internet e non rintracciabile in altro modo.

LEGGE 40: LIBERARE LA RICERCA E LA PROCREAZIONE ASSISTITA
Con l'auspicio che l'incarico a Maura Cossutta di revisionare le linee guida della legge 40 possa risultare presto in una qualche limitazione dei danni provocati da questa legge, nel frattempo abbiamo depositato due proposte di legge (377, 426) per rivedere la legge sulla procreazione medicalmente assistita, si' da rendere praticabile sia la fecondazione assistita che la ricerca con le staminali embrionali e la clonazione terapeutica.
Un progetto di legge a parte e' stato depositato anche solo per prevedere la possibilita' di donare gli embrioni soprannumerari sia ad altre coppie che alla ricerca.
Quando il ministro dell'Universita' e della Ricerca, Fabio Mussi, ha ritirato il sostegno che l'Italia aveva dato alla dichiarazione congiunta di alcuni Paesi dell'Ue contrari ai finanziamenti europei alla ricerca con le cellule staminali embrionali abbiamo auspicato fosse solo il primo passo per abrogare i divieti italiani.
Ma mentre la legge 40 resta in vigore, avvengono anche casi di cronaca grotteschi. Si verifica che Salvino Madonia, detenuto in regime di 41bis, pur non essendo sterile, puo' ricorrere a tecniche di fecondazione assistita a differenza delle coppie "libere". Su questo abbiamo chiesto al ministero della Salute, insieme all'Associazione Amica Cicogna, se non si ritiene utile proporre una modifica dell'articolo 4 della legge 40/2004 al fine di consentire la fecondazione artificiale alle coppie che, sebbene non sterili come i portatori di patologie virali e di patologie genetiche, non possono oggi accedervi, rischiando di trasmettere il virus o la patologia genetica o al partner o al nascituro.

Inoltre, anche se non strettamente materia "staminali", ricordo alcune altre iniziative che potrei definire collaterali alla nostra materia, piu' che altro in ambito di liberta' terapeutica:

RISPARMIARE SUI FARMACI: LIBERALIZZAZIONE E DOSI INDIVIDUALI
La richiesta della liberalizzazione della vendita dei farmaci senza obbligo di ricetta (SOP) e da banco (OTC) e' stata oggetto del primo question time e di una delle prime proposte di legge, realizzate in collaborazione con l'Aduc. La vendita di questi prodotti in altri canali diversi dalle farmacie per adeguarsi alle direttive europee e spezzare il monopolio del sistema farmaceutico come piu' volte segnalato dall'Antitrust consentendo cosi' una maggiore concorrenza, con conseguenze positive per i consumatori sia nel prezzo che nel servizio. E su questo come sappiamo e' intervenuto il decreto Bersani e anche se con la limitazione dell'obbligo della presenza del farmacista ha dato una svolta positiva in materia. Ma per risparmiare sui farmaci abbiamo sollecitato il ministro della Salute a riprendere una sperimentazione in corso in Galizia (Spagna) con la somministrazione di dosi individuali di antibiotici, con il medico che prescrive e il farmacista che consegna la dose idonea al paziente e non la confezione intera, che ha portato a risparmiare il 35% della spesa per questo tipo di medicinali. In Italia tale modalita' di somministrazione dei soli antibiotici consentirebbe di risparmiare circa 400 milioni di euro, superiore allo sfondamento di spesa registrato nel 2005.

TESTAMENTO BIOLOGICO E LIBERTA' DEL PAZIENTE Grazie alla collaborazione dell'Associazione Luca Coscioni e dell'Aduc e' stato elaborato un progetto di legge per intervenire in una materia scottante come quella della liberta' della scelta terapeutica e del testamento biologico. In questo testo e' previsto che il paziente non senziente possa rifiutare tutto cio' che gli puo' essere somministrato da terzi o macchinari, come gia' oggi puo' fare il paziente cosciente. Le sue dichiarazioni anticipate saranno vincolanti per i sanitari, come lo sono gia' il consenso e rifiuto del paziente cosciente. Inoltre, e' prevista la creazione di un registro nazionale telematico a cui potra' accedere in tempo reale ogni struttura sanitaria al momento del ricovero.

PILLOLA DEL GIORNO DOPO SENZA RICETTA MEDICA
Dopo la Gran Bretagna e la Francia, anche gli Usa hanno deciso, con una disposizione della Fda (Food and drugs administration) e perfino il Cile di consentire la vendita in farmacia, senza la presentazione della ricetta medica, la pillola del giorno dopo, contraccettivo d'urgenza. In Italia come piu' volte denunciato da inchieste giornalistiche, si verifica, in particolare nel fine settimana, la difficolta' di farsi fare la ricetta medica anche negli ospedali pubblici che dovrebbero garantire questo servizio. Una difficolta' che con il trascorrere delle ore puo' tradursi nell'impossibilita' di fatto di assumere la pillola ed evitare cosi' una gravidanza non desiderata. La richiesta fatta alla ministra Turco con una interpellanza e' quella di fare un provvedimento a costo zero: consentirne l'acquisto in farmacia senza ricetta medica, seguendo il metodo francese, cioe' per chiunque in forma anonima e gratuitamente per le minorenni. Di conseguenza, se intende programmare distribuzioni e promozioni nelle scuole, nelle universita' e nei centri per le immigrate.

EPIDURALE
In occasione dell'audizione del ministro della Salute, Livia Turco, in Commissione Affari Sociali alla fine di giugno insieme alle tematiche gia' ricordate, abbiamo colto l'occasione per sollecitare un suo intervento in materia di parto indolore scavalcando le amministrazioni locali. I dati della Commissione Maternita' e Parto del ministero delle Pari Opportunita', parlano chiaro. Il parto indolore e' un miraggio e l'anestesia epidurale e' boicottata. Solo nel 37% delle strutture sanitarie vi si puo' ricorrere. Gia' un'indagine Aduc dello scorso febbraio, sul territorio toscano aveva rilevato questa situazione con una percentuale del 43%. Se poi ricordiamo che l'Italia detiene il record in Europa per i parti cesarei con il 35,2%, si capisce l'urgenza di un intervento. Contemporaneamente ho preparato una proposta di legge di un unico articolo per far inserire tra i livelli essenziali di assistenza (Lea) del Sistema Sanitario Nazionale l'anestesia in sala parto per poter garantire questa prestazione a tutte le donne che la richiedano.
 
 
 
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